T. Col. Umberto Adamoli
NEL ROMANZO DELLA VITA (MEMORIE)


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     Nella salute del babbo, o per il cambiamento d'aria, o per quell'acqua che beveva abbondantemente, era avvenuto un confortante miglioramento.
     A Teano, in occasione della fiera di S. Antonio, che durava tredici giorni, assistevamo, con curiositą ed interesse, alle manifestazioni d'ozio e di lavoro, di miseria e di ricchezza, d'inganni e di rettitudine, di buffoneria e di serietą, che rappresentavano, in sintesi, la vera grande umana commedia.
     Quella fiera si estendeva su un terreno, quasi di collina, per molti chilometri. Era, in ogni parte, un gridio, un muoversi affannato, un frastuono continuo. Ognuno cercava d'attirare, nel modo pił chiassoso, sulla propria attivitą, l'altrui attenzione.
     Lungo le strade, che conducevano a quella specie di bolgia, vi si osservavano fattucchieri, giocolieri, indovini, carovane di zingari, giuntivi da ogni parte.

     Vi si osservava ancora, destando ribrezzo e profonda pietą, uno schieramento di storpi, di ogni specie. Pareva che fosse stata molto minuzioso la scelta per condurre, a scopo speculativo, su uno dei pił infami mercati, gli aborti pił mostruosi della ingrata natura.
     Tutti si commuovevano alle grida, agli alti lamenti, alle invocazioni di quegli esseri infelici, e davano danaro.
     Baracche sorgevano, inoltre, ovunque, padiglioni, case di legno. Vi erano scimmie, serpenti, bestie feroci, nani, giganti posticci, in continua trasformazione, e pagliacci di ogni colore e di ogni valore.
     Non vi mancavano, a spesa dei semplicioni, dei gonzi, gli inganni, i furti organizzati, gli abili borseggi.


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Umberto