Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Dramma in quattro atti)


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     VICARIO- Può darsi, ma negli uomini in genere, non nei governanti.

     PIERSECCHI - Anche nei governanti, purtroppo. Se a Napoli, ad esempio, vi fosse stata maggiore onestà, noi saremmo oggi molto vicini alla pacificazione. Molti banditi, che oggi costituiscono il vostro turbamento, tempo fa, come certamente sapete, con il promesso indulto, erano tornati con le migliori intenzioni. Ma poco dopo dovettero riguadagnare in fretta la montagna, poiché a Napoli si tramava, perfidamente, per il loro arresto.

     VICARIO - Ma... ma... Non lo credo, non lo posso credere.

     PIERSECCHI - E' la verità. Non solo, ma stoltamente si è voluto creare, tra la montagna e la pianura, il deserto. L'abbandono delle terre, la demolizione delle case potevano accrescere la miseria, non indurre i banditi alla resa. I contadini, rimasti senza dimora e senza lavoro, premono oggi, con i loro bisogni, sulla città. Il Vescovo, inoltre, è fuori di sé per le dieci case rurali demolite nella sua baronia di Rocca Santa Maria. Con l'agricoltura, fonte prima di ricchezza, si va pure spegnendo l'attività dei lanifici, nostro antico vanto.


     VICARIO - (con una certa compunzione) Ecco quindi le necessità della disciplina, dell'ordine, dell'ubbidienza alle leggi. Se ci fossero stati sbagli in alto, come voi dite, con un po' di buona volontà, dall'una e dall'altra parte, tutto si potrebbe accomodare.

     PIERSECCHI - (mentre gli altri con il capo approvano) Non credo. I banditi, ammaestrati dai fatti, difficilmente si esporrebbero a un nuovo pericolo.


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Umberto