Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Dramma in quattro atti)


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     VICARIO - Eh questa montagna, questa montagna!...

     SEGRETARIO - Covo di belve. I baldanzosi soldati di Spagna ben la conoscono, per le gloriose sconfitte. L'ultima di pochi mesi fa. Spettacolo il loro ritorno davvero pietoso.

     VICARIO - Che san Gennaro ci protegga. Che dicono qui di san Gennaro?

     SEGRETARIO - Non lo conoscono.

     VICARIO - Non conoscono san Gennaro?

     SEGRETARIO - Qui non conoscono che san Berardo.

     VICARIO - San Berardo! Chi è san Berardo?

     SEGRETARIO - Il Patrono della città. Della montagna anche lui.

     VICARIO - Della montagna?

     SEGRETARIO - Di Pagliara, amico dei boschi, dei lupi e forse anche dei banditi.

     VICARIO - Poveri noi!

     (S'odono di là alcune voci. Un messo annunzia l'arrivo di gente e si ritira.)

     SEGRETARIO - Saranno senza dubbio gli invitati alla riunione.


     Vicario - Vediamo un po' se ne possiamo ricavare qualche cosa di buono. Fate entrare.



     SCENA SECONDA

     SEGRETARIO -(che va e che rientra con diversi cittadini, dice ipocritamente) Ecco, Vicario, coloro che, con le loro eminenti qualità, occupano, nella universale considerazione, un elevato posto.

     VICARIO - (con uguale ipocrisia) Bravi, bravi. Sono proprio lieto di poter scambiare qualche idea con persone così insigni. Ne potrebbero derivare molte cose buone. Il mondo, amici, ed è inutile nasconderlo, brancola oggi nel buio della perdizione. Tocca agli uomini di senno fugare, con la parola e con l'esempio, questo buio. Che ne dite?

     PIERSECCHI - (uno degli invitati, sulla cinquantina, di aspetto austero) Propositi nobili, ma col buio, di cui avete parlato, vi è pure ovunque malafede, ipocrisia, inganno.


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Umberto