Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Romanzo storico)


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     "Bene hai parlato, o Egidi della Nocella", gli rispose Giuseppe Lucenti, "confesso però che riprovo ciò che è accaduto e ciò che sta per accadere. Noi corriamo verso la totale rovina. Altro era il nostro programma, altra la nostra fede, altre le nostre speranze.
     Gravi possono essere i torti degli altri, più gravi saranno le conseguenze della pugnalata che stiamo per vibrare loro alle spalle. Un tal fatto non trova riscontro nella nostra storia. A Frondarola essi lanciarono la sfida a viso aperto; qui invece si trama come tramano i briganti nella notte, dietro le siepi, per assalire il viandante.
     Saranno vendicati, si dice, gli impiccati di Teramo. Magra soddisfazione quando a guadagnare non sono gli impiccati, ma saranno coloro che ci considerano degni solo di catene e di bastone. Ancora una volta gli italiani, col distruggersi, nella loro demenza a vicenda, avranno rafforzata la potenza straniera.

     Questa è la verità!"
     "Può essere la verità", aggiunse al già detto Egidi", ma noi non abbiamo altra alternativa: o arrenderci o perire con tutti i nostri. Domani andremo in città a fare atto di sottomissione e tutto sarà finito."
     Il giorno dopo la resa, alle condizioni pattuite, era un fatto compiuto.
     Tra le defezioni quella di Salvatore Bianchini apparve la più grave. I governativi poterono così concentrare i loro sforzi, con sicuro successo, su le altre tre bande, in modo particolare su quella del Colranieri, che continuava nella eroica difesa di Poggio Umbricchio.
     In città questi ultimi avvenimenti produssero effetti contrari. Fecero festa, chiassosamente, come per una propria vittoria, la ciurmaglia pagata e coloro che parteggiavano per gli iberici. Si udì pure il suono a festa delle campane, ma non di tutte, ché molti bravi sacerdoti s'erano opposti che la voce di Dio s'unisse al clamore della venduta canaglia, la quale, dopo la chiassosa dimostrazione di giubilo all'indirizzo dello straniero, andarono a insultare l'integro italianissimo de Adamnis.


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Umberto