Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Romanzo storico)


Pagina 99
1-10- 20-30- 40-50- 60-70- 80-90- 100-110- 120-130

[Indice]

     In sulla sera, dopo una attenta ricognizione del tragico luogo, Cinzia e Barbara sedevano con i proprietari sul terrazzo, in raccoglimento.
     La baronessa cercava in sé le ragioni di quella visita e della commossa curiosità con cui quelle ospiti tutto avevano osservato.
     "Perché siamo venuti qui? Non lo sappiamo neppure noi. Ci siamo messe in cammino, come per pellegrinaggio. I santuari di solito sono sui poggi, in alto, bene in vista. Anche questo castello potrebbe essere un santuario.
     Poi avevamo grande desiderio di novelle che il popolo racconta con accento di verità. Molte leggende vi debbono essere su questa antica rocca."
     "Molte, si. Alcune tratte dalla fantasia, altri dai fatti veri."
     "Ce ne vorreste raccontare qualcuna?"
     "Non ne ho la capacità. A ogni modo, se vi fa piacere, mi ci provo. D'altra parte somigliano un po' tutte le favole e le località che ad esse si riferiscono. Poggi solitari, come questo, nel mezzo delle valli; boschi d'intorno e cascate d'acqua; corvi e aquile che gracchiando svolazzano di picco in picco. Squallore ovunque d'inverno: neve alta, neve che cade; rumore di tormenta, fragore di valanghe; camini che fumano, focolai che sfavillano; fiamme che rallegrano e riscaldano. Notte di luna, scintillio di stelle, d'estate. Sospiri, nell'infiorato verone, della mesta castellana. Nella strada solitaria il bruno trovatore che manda su, con il liuto, le pene d'amore."

     Non è vero?"
     "Perfetto il quadro."
     "Ed ora ascoltate la novella vera di Poggio Umbricchio.
     Siamo nel secolo dei grandi tormenti e dei grandi amori. Sul cielo sfavillano, nelle arti e nella poesia, i suoi astri maggiori. La divina Vittoria, come la chiamavano, signora di Pescara, affidava alle rime i suoi amorosi lamenti.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto