Umberto Adamoli
TEMPO NUOVO
(Dramma in tre atti)


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     Fuori di qui, fuori di casa, figlio indegno e perduto. Fuori, fuori.

     MARIO - (che ha perduto ogni rispetto per i genitori, con arroganza) Me ne vado, me ne andrò. Tenetevi con voi il vostro...

     PAOLO - (colmo di sdegno) Ah! Sì. Anche con tuo padre tanta insolenza? Ma io...

     (Così dicendo gli scaglia contro un vaso che è sul tavolino. Mario, dinanzi all'ira del padre, senza più rispondere, s'affretta ad uscire)

     Va in perdizione, figlio maledetto.

     LUCIA - No, no Paolo... Anche lui è nostro figlio.

     PAOLO - Sì, ma dinanzi a certi fatti cessano i vincoli anche più sacri.

     LUCIA - (continua a ripetere con desolazione) E' nostro figlio. E' nostro figlio...

     RENATO - (che ascolta mortificato) Povera mamma!...

     SILVIA - (che entra tutta agitata) Che accade in questa casa senza più pace? Mario, sbattendo la porta, è uscito gridando: "Me ne vado. Me ne vado".


     LUCIA - (sempre più desolata scompare, gridando) Mario... Mario...

     SILVIA - (che le corre dietro) Mamma... Mamma...

     RENATO - (alludendo al fratello) Ma dove andrà?

     PAOLO - (agitatissimo, andando su e giù per il salottino) Vada all'inferno, da dove è venuto. Non è costui dei nostri.

     (La fantesca annunzia la visita d'un amico d'infanzia: Francesco. Renato s'allontana).



     SCENA SECONDA

     PAOLO - (nascondendo l'agitazione, gli va incontro con molta cordialità) Vieni, vieni Francesco. La tua visita, che mi ricorda tante cose liete, mi è sempre cara. Oggi più che mai.

     FRANCESCO - (vestito di panni ruvidi, tra l'operaio e il contadino, avanzando) Bei giorni anche se allora non se ne capisse la bellezza. Quanto tempo è trascorso, inutilmente per me. Sono quel che ero, ma non un mucchio di anni sulle spalle. Tu invece...


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Umberto