Umberto Adamoli
TEMPO NUOVO
(Dramma in tre atti)


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     MARIO - Io forse?

     LUCIA - Calma, calma, figli. La colpa non è vostra. La colpa bisogna cercarla fuori di questa casa, nelle forze del male. Troppo bella era la nostra vita, nobilitata da tante virtù, perché potesse durare. Nel sereno si teme la tempesta e la tempesta è giunta.

     RENATO - Mamma!

     LUCIA - No, no, la colpa non è vostra. I figli, anche se degeneri, non possono volere la morte della mamma...

     RENATO - No, madre. Anche questo cattivo non può volere il tuo male.

     MARIO - Io non voglio il male di nessuno. Solo vorrei che si considerasse, nella sua realtà, il tempo nuovo. Non è mia la colpa se le sofferenze degli avi, vittime di sfruttatori, si siano risvegliate in me, per le giuste riparazioni.

     RENATO - Facendo lega con i negatori di quello spirito che differenzia l'uomo dai bruti.


     MARIO - E lo rende schiavo di credenze ormai superate. Ad altro tende oggi la civiltà. Non più gli uomini vivono con gli occhi chiusi. La religione non è, come è stato affermato, che l'oppio per i gonzi.

     RENATO - Maledetto ancora una volta. Quando finirai di bestemmiare?

     LUCIA - (con accento accorato coprendosi le orecchie) No, figlio. Di' che non è vero quel che hai detto; di' che hai scherzato.

     MARIO - Scherzato! No, non ho scherzato. Il mondo dei ciarlatani crolla...

     RENATO - Crolla la tua testa malsana, che io ti spacco. Infame...

     (Gli si avvicina minaccioso. Mario si dispone a reagire).

     LUCIA - No, no, figli... Questo no...

     PAOLO - (che entra d'improvviso tornando di fuori) A tanto si è giunti?

     (Rivolto a Mario, considerato il provocatore)


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Umberto