Umberto Adamoli
TEMPO NUOVO
(Dramma in tre atti)


Pagina 10
1-5- 10-15- 20-25

[Indice]


     ANTONIO - Fate pena.

     GIUSEPPE - Chi dà a costui tanto ardire di parlare come parla?

     ANTONIO - Quel senso del giusto che a voi manca.

     MARIO - (che è rimasto, turbato, ad ascoltare, rivolto ad Antonio) Finiscila, sciocco servo dei ricchi.

     ANTONIO - (con vivacità) Sanguisuga maledetta. Dimmi: chi ti dà i mezzi di vivere senza incallire le mani?

     GIUSEPPE - La vuoi smettere con le tue stupidità?

     UN OPERAIO - Pare che dica, però, qualche verità.

     MARIO - Mario - no, compagno. La verità è soltanto nella nostra dottrina, che offre a noi quel paradiso, nel quale già vivono altri popoli di noi più evoluti!

     VINCENZO - (avvinazzato, stropicciandosi le mani) Sicuro, sicuro. Alla forca la borghesia.

     ANTONIO - Ecco di che siete capaci, eroi da cantina.

     GIUSEPPE - noi da cantina?


     ANTONIO - La vostra non è che tutta una ubriacatura, come l'ubriacatura di questo vostro degno compagno

     (additando Vincenzo).

     VINCENZO - (avvicindandoglisi, tentennando, con i pugni in aria) Io ubriaco? Io ubriaco?

     FILIPPO - (Operaio neutrale, interviene per metter pace) Litigare tra compagni di lavoro? Vergogna.

     VINCENZO - (sempre con i pugni in aria) Lasciatemi, che voglio rompere la testa a questo rinnegato.


     SCENA SECONDA

     ANDREA - (di altre idee, che giunge in quel momento) Ecco il frutto delle vostre idee malsane. Mario - la colpa non è vostra, povera gente, ma di costui, (additando Mario) che per vivere senza far nulla vi istiga al male.

     (Mario dà segni di agitazione)

     GIUSEPPE - Non lo ascoltiamo. Non è dei nostri costui. Andiamo via.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto