Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     Si ripete da coloro che vivono in rassegnazione con Dio, che le anime angeliche appartengono al cielo. Chino il capo al richiamo di questi angeli, dinanzi alla divin volontà: ma il cielo, forse per provare la mia fede, di troppe anime angeliche volle riempire la mia casa, di troppe sventure la mia vita. No, non posso per ora strappare la fascia nera, che avvolge fortemente il mio animo straziato.

     PACIFICA
     Non so come rispondere mio nobile Signore. Anch'io, che molto amavo la dolce Maria Luisa, invano la vado chiamando per le stanze, per i corridoi, per il giardino deserto. Venga, venga lei, la santa, in nostro soccorso.




     SANTE
     E in soccorso di Francesco. Anche lui, per questa nuova perdita, è rimasto profondamente sconvolto.

     PACIFICA
     E' vero. Non ho più visto sulle sue labbra quel sorriso, che aveva la grazia dei mistici. Cerca di scansare gli amici e i rumori. Passa molte ore chiuso nella sua cameretta. Forse studia; forse prega. Era già religioso, pur con il vivace temperamento; ma ora sembra che la venerazione verso Dio e verso la Madonna si vada di molto accentuando.

     Nella festa di agosto, e voi eravate a Roma, io seguivo, con l'immagine di Maria Luisa viva nel cuore, la santa processione. In piazza, affollata di popolo, vidi a un tratto Francesco farsi avanti, a capo scoperto, e lo vidi, nella generale commozione, prostrarsi al passaggio della divina Madre. Pareva che un cerchio luminoso avvolgesse, come un alone, il suo pallido viso.
     Non so quale idea sorgesse a illuminare, dinanzi a quell'atto, la mia mente. Che voglia pure lui, come Luigi e come Enrico, farsi religioso?


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Umberto