Federico Adamoli
CRONACA DI UN RAMAIO TERAMANO


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     piange di rame (fogli di rame di diversa pesatura),
     rame di vapore di spessore da 6 a 10 mm,
     rame in fogli,
     rame in lastre,
     rame Lambicchis,
     rame Rosetta di Toscana (da Ancona),
     stagno in verghette finissimo (da Ancona).

     Di una certa importanza sono anche le forniture assicurate dalla ditta G.B. Provana & Compagnia di Torino, alla quale vengono richiesti mortai di bronzo, d’ottone e di metallo bianco, viti, rubinetti, tubi d’ottone per pompe solforatrici, campanelli di bronzo per chiesa, ottone. Anche Emilio Pinucci di Firenze ha fornito sporadicamente partite di rame rosetta, mazzoni marca T.G.; a questi vengono richiesti zinco, bande stagnate, tubi di piombo.
     Il carbone per la fonderia, richiesto «ben cotto ed asciutto, e di legna giovanile», viene invece rifornito abitualmente da Giuseppe Carlini di S. Martino e da Emilio Angelini di Ascoli (la fonderia consuma dalle 3 alle 4 tonnellate di carbone al mese).

     Il negozio del ramaio teramano tratta evidentemente anche generi di ferramenta, aspetto che si evince per la presenza di alcuni fornitori di questa tipologia di prodotti: Carlo Arietti di Torino (grattugia formaggio da tavola); Giovanni Fiaschini di Morrovalle (serrature) (21); Michele Gnali di Lumezzane Pieve (pomi d’ottone); Emilio Levi di Genova (bande stagnate); Bernardo Magnino di Cuorgné (manichi per casseruole e coperchi, chiodi assortiti) che in passato ha fornito anche prodotti torniti (come marmitte a scatola martellati, casseruole, tegge); fratelli Pittaluga di Genova (bande stagnate, chiodi di rame per campionario).

(21) A questi vengono richieste serrature di vario genere: a caloccetta, a catenaccio, a stanchetta, a cassa, da baule, da credenza, da comò.


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Federico Adamoli