Giulio Adamoli
DA S. MARTINO A MENTANA
(Ricordi di un volontario garibaldino)


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     Mentre eravamo a Edolo, ripetuti messaggi avvisarono il Cadolini, che gli austriaci, di presidio a Ponte di Legno, ai piedi del Tonale, minacciavano di assalire il distaccamento de' nostri, composto del 1° battaglione del 4° reggimento, delle guardie nazionali, di due pezzi da montagna e di pochi doganieri, che sbarrava la vallata a Vezza. Cadolini ordina al nostro comandante di portarvi il battaglione di bersaglieri, e di mettersi a disposizione del maggiore del 4°, più vecchio in grado di lui. Partiamo di notte, sotto una dirottissima pioggia, che ci accompagna fino a Incudine, ove arriviamo il mattino del 3.
     Castellini cercò subito del Caldesi, ma non trovò né lui né altri che gli indicasse i posti da occupare. Allora, non volendo lasciare le compagnie sotto la pioggia, e ritenendo che l'obiettivo suo fosse di concorrere alla difesa di Vezza, si decise a collocare provvisoriamente i bersaglieri in modo di poter sostenere la compagnia dei rossi di guardia nel villaggio. Ma per un sentimento di scrupolosa delicatezza dispose i suoi uomini alquanto indietro, mentre sarebbe stato più opportuno installarli solidamente nei punti da difendersi, perché non voleva aver l'aria di togliere ai rossi il vanto di scambiare con il nemico i primi colpi. Aspettava poi sempre gli ordini da chi glieli avrebbe dovuti dare. Finalmente, calata la sera, andò di nuovo in cerca del maggiore del 4° per riferirgli quanto aveva creduto bene di fare, e ricevere le istruzioni. Io accompagnavo il Castellini.


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Umberto