Giulio Adamoli
DA S. MARTINO A MENTANA
(Ricordi di un volontario garibaldino)


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     Nelle campagne di guerra partecipa anche il padre Domenico, il quale ospitò più volte nella sua casa lombarda il generale Garibaldi, che lo ricambiò con un’amicizia sincera e duratura, intrattenendo rapporti di grande cordialità e di collaborazione pure con Giuseppe Mazzini. Domenico Adamoli partecipa come borghese alle campagne del 1859 e del 1866, avvalendosi di un lasciapassare rilasciato personalmente da Garibaldi, e occupandosi di delicate missioni.
     Al termine del conflitto Giulio Adamoli, attratto dal modello di democrazia degli Stati Uniti, compie un viaggio politico in America grazie alle lettere di presentazione di Mazzini e Garibaldi; quindi nel luglio 1867 rientra in Inghilterra, dove incontra Mazzini. Nel settembre dello stesso anno è invece a Ginevra con Garibaldi, dove partecipa al congresso della pace; infine è nuovamente in prima linea, nella infausta spedizione di Mentana.

     Chiusa la partecipazione alle vicende risorgimentali, gli anni che seguono lo vedono impegnato in lunghi viaggi compiuti per fini di studio: tra il giugno 1869 e l'ottobre 1870 compie un viaggio nelle steppe del Khirghisi e nel Turkestan, dove studia i sistemi per l'allevamento del baco da seta, e dove trova pure il modo di partecipare ad una spedizione militare. Proprio dopo una fortunosa attraversata della steppa kirghisa, mentre penetra con lo stato maggiore russo del generale Abramoff nelle città di Kitab e di Sciaar, poco lontano da Samarcanda, egli apprende da un maggiore russo della breccia di Porta Pia. Qualche anno dopo, nel 1876 è inviato dalla Società geografica italiana in Marocco, per studiare la situazione economica e la possibilità di impiantare alcune fattorie commerciali sulla costa atlantica.


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Umberto