Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     MARIA LUISA
     Mi è facile essere buona perché tutti sono buoni con me.
     (e rivolgendosi a Pacifica che sta entrando)
     Ecco un'altra donna dal cuore d'oro, che ha saputo elevare il dovere a santità.

     PACIFICA
     Non farmi arrossire, Maria Luisa. Se mai è nella bellezza, nella religiosità di questa casa, che io ho trovato la vera via della bontà. Vi voglio bene perché lo meritate, perché vi considero miei figli. Voglio bene un poco di più al mio Checchino, che ha un grande cuore.
     (gli s'avvicina e lo carezza teneramente)
     Di tutto si commuove e, nella sua generosità, dona tutto quel che ha, e piange sul pianto dei miseri.
     (scherzando)
     E' un po' monello... ma.... un monello buono e caro.


     PARENZI
     Bravo Checchino. Agli amici, con i quali si mostra sempre allegro, sa nascondere questi nobili sensi.

     Poco prima m'ha fatto, però, un discorso... un discorso... come dire... nuovo. Un discorso avvolto dalla malinconia del tramonto, non dalla festosità dell'aurora.

     (S'ode a un tratto un suono allegro d'organino e un canto in coro della campagna. Rimangono in ascolto)

     PARENZI
     Ecco la giovinezza, nel suo vero vivere. Se il governo degli uomini fosse nelle mani dei giovani, ve lo assicuro, non vi sarebbero più guerre.
     i giovani, quindi, per l'universale felicità, il governo degli uomini.

     (Cessa per poco il suono e il canto)

     FRANCESCO
     O giovani o vecchi, fin che il giorno s'alterna con la notte, l'estate con l'inverno, la gioia con il dolore, la pace non può, come una fatalità, non alternarsi con la guerra.
     Tutto, poi, nel creato è lotta. Lottano le nubi contro il sereno, le tenebre contro la luce; il rumore contro il silenzio; lo spirito maligno contro la santità.


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Umberto