Umberto Adamoli
TEMPO NUOVO
(Dramma in tre atti)


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     PAOLO - Abbiamo seguito nei giornali, con trepidazione, le gesta e il fallimento della vostra rivoluzione.

     MILENA - Non fu fallimento. I nostri capi, per evitare altro spargimento di sangue fraterno, ritennero di accettare, dopo ampie giurate promesse, le offerte di pace. Ma non tutti ne furono contenti. Molti, conoscendo la malafede dei dominatori, presero la via dell'esilio. Stefano andò ad unirsi ai rivoltosi ungheresi, che stavano, intanto, scrivendo, con il proprio valore, altra bella pagina nella gloriosa loro storia. Io mi diressi verso l'Italia, della quale mio fratello mi aveva tanto parlato.

     SILVIA - E perché non prese anche lui la via dell'Italia?

     MILENA - Due fuochi ardevano nel suo petto: amore per una donna, odio per un tiranno. Ubbidì, per sete di libertà, a questo secondo sentimento e corse verso l'Ungheria.


     LUCIA - Che Iddio protegga, benedica questi giovani che, nel più vivo senso di giustizia, accorrono in aiuto degli oppressi.


     SCENA SECONDA

     RENATO - (che rientrando in quel momento, ha inteso) Ciò che non fanno le grandi Potenze così dette democratiche. Assistono con freddezza, al massacro orrendo.

     PAOLO - Sicuro! Sicuro!

     LUCIA - (con dolore) E Mario dove sarà?

     RENATO - Non è da escludere che il suo fanatismo l'abbia fatto marciare con le orde dei barbari.

     LUCIA - (pure con espressione di dolore) No, no, figlio, non lo posso, non lo voglio credere.

     (In questo momento s'ode in istrada fragore di nuove dimostrazioni a favore dei moti magiari).

     PAOLO - Beata giovinezza! Sempre generosa nel sostenere gli alti ideali umani.


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Umberto