Umberto Adamoli
BERARDO DA PAGLIARA
(Dramma storico in quattro atti)


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     E dove andrai?

     COLOMBA
     Dove vorrà il Signore. Il suono che io odo nella profondità del mio animo, mi guiderà verso il mio destino. Un qualche speco, il più nascosto dei nostri monti, sarà forse la mia nuova dimora.

     BERARDO
     (che è stato ad ascoltare in raccoglimento in un lato, come parlando a se stesso)
     Santa sorella! Anche il tuo animo è stato illuminato dalla luce, che scende dalle melodie delle stelle. Te beata!




     COLOMBA
     (continuando)
     Ma nel distacco, mamma, e il cuore mi sanguinerà, non potrò non ricordare le tue cure, le tue veglie, le tue carezze dolcissime.

     CONTESSA
     Amor di madre.

     COLOMBA
     Amor di madre, amor di paradiso.
     E con te non potrò non ricordare il genitore nella sua bontà, nelle sue ansie, nelle sue preoccupazioni per la mia felicità.
     (Pausa. Rivolgendosi quindi al fratello sempre come inspirata)

     Visioni di luci mi si sono affollate e mi si affollano nella mente accesa d'ardore mistico, fratello. Io tramonterò, a metà cammino, come stella non vista, nella nebulosità dello spazio. Tu invece, andando avanti, risplenderai, nelle umane vicissitudini, come stella di prima grandezza. Il cammino ti condurrà, anche contro la tua volontà, dal silenzio del chiostro ai rumori d'una città; da una cella muta a un tempio fervido di voci, di suoni, di canti.

     BERARDO
     (con commossa meraviglia)
     Ma che dici, sorella...

     COLOMBA
     Sì, il tuo nome, per la santità della tua vita e delle tue opere, si ripeterà venerato nei secoli.

     BERARDO
     Belle le tue parole, bella la tua visione, sorella, bella come un sogno di anima eletta, ma resta sogno. All'uomo non è consentito tentennare dinanzi agli alti voleri, nella vita e nella morte. Ma per le mie qualità non potrò mai essere l'uomo suggerito alla tua fantasia dall'affetto di sorella. Io non vedo dinanzi a me, per le mie attitudini e per la mia pace, che un chiostro solitario. Più che nella folla, più che nella città rumorosa, nella solitudine meglio sento la voce di Dio, la pienezza della divinità.


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Umberto