Umberto Adamoli
BERARDO DA PAGLIARA
(Dramma storico in quattro atti)


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     Non basta. L'altra sera, quando nel castello, avvolto d'ombra, tutti dormivano, se ne stava sulla torre a parlare con le stelle. Con le stelle a parlare, anzichè con il padre.

     CONTESSA
     Lo so, lo so.

     CONTE
     Credo che quella benedetta abbazia di San Salvatore gli abbia un po' sconvolto il cervello...

     CONTESSA
     No, no, Roberto. Berardo va al convento, è vero, ma per ragioni di studio, per l'educazione religiosa, che nel vivere è pur tanto necessaria.

     CONTE
     Tu sei sempre buona, pronta sempre a difendere i figli. E' umano, giusto. Ma devi convenire che Berardo vive tra noi come un estraneo, con la testa sempre nelle nuvole. Siamo in alto, vicino alle nuvole, è vero, ma queste nuvole non dovrebbero intiepidire il cuore, né far dimenticare i doveri sacri, come è sacra la vita. Berardo, come primogenito, ne ha tanti di questi doveri.


     CONTESSA
     Non capisco queste tue preoccupazioni. Questo nostro ragazzo ha, senza dubbio, tendenze mistiche, disdegna il chiasso, riprova le vanità mondane, ma sino a questo momento non ha ancora commesso atto che possa far credere a una ribellione ai voleri del genitore.

     CONTE
     Volesse il cielo. Io invece credo che Berardo si stia preparando, con l'ausilio dei padri Benedettini, a prendere il volo per luoghi lontani.

     CONTESSA
     Per farsi religioso?



     CONTE
     (flemmaticamente)
     Per farsi religioso...
     CONTESSA
     Nulla di male...

     CONTE
     (interrompendola con vivacità)
     Come nulla di male!

     CONTESSA
     Nulla di male, chè se ciò avvenisse, il fatto rientrerebbe nelle tradizioni della famiglia.
     Il vescovo Odorisio, già abate del convento di San Giovanni a Venere, non era uno dei vostri? Se egli partisse, Rainaldo, d'altro temperamento, ne potrebbe prendere degnamente il posto.


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Umberto