Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     (Francesco rientra. Gli amici, lieti, gli si avvicinano. Sante si ritira)

     PARENZI
     Su, Checchino, è ora di riprendere il tuo posto nella festevole primavera degli anni. Comprendiamo il tuo dolore, ma il soldato, colpito nella battaglia, sente il bisogno, il dovere di rialzarsi, per rientrare nella lotta. Come per il soldato, così è per qualsiasi altra persona che vive nell'umana famiglia. Il marinaio, gettato dalla furia della tempesta sullo scoglio, non resta a lungo a disperarsi sui rottami, ma rimessa su la sua barca, spiega di nuovo le sue vele e il suo canto al vento e alla speranza.
     La vita sarebbe finita se l'uomo si lasciasse vincere dagli inevitabili attacchi dell'avversa fortuna.
     Tempo fa assistetti a una scena pietosa, ma significativa e istruttiva insieme. Andava su una strada assolata e polverosa, con la bisaccia sulle spalle, uno dei tanti stanchi viandanti, il quale, d'improvviso, era travolto da un cavallo infuriato. Restava a terra per un poco, come tramortito. Dopo si rialzava, si spolverava, riprendeva, con la bisaccia e il bastone, rassegnato il cammino.

     Ecco come va intesa e presa la vita, specialmente quando si è giovani.

     GIOVANNETTI
     Domani sera, quindi, senza ricorrere ad altri esempi, verremo a prenderti, e andremo insieme alla festa in casa del giudice Pennacchietti. Ti aspettano.
     (Ripete con lentezza e in modo significativo)
     Hai inteso? Dai Pen..nac..chiet.. ti. Ed eleveremo ancora una volta, nel brio delle danze, il canto del tuo poeta gaudente.

     FRANCESCO
     La barca si può riparare, il caduto può rialzarsi, i campi, distrutti dalla grandine, possono tornare, con nuovo lavoro, rigogliosi, ma la tomba, una volta chiusa, non si riapre più alla luce del giorno.


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Umberto