Umberto Adamoli
L'OMBRA CHE VINCE
(Dramma in quattro atti)


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     PAOLA

     Che tu hai voluto, mia bambina. Se avessi ascoltato i consigli di tuo padre...

     CLARA

     (senza far completare il pensiero)

     E sulla notte non sarebbe più sorto il giorno. I diritti del cuore sono sacri. Nessuna scintilla può brillare da un corpo senza fuoco.
     L'amore, il vero amore, è tutto nella vita.

     PAOLA

     Pietosa illusione, della giovinezza senza esperienza. Guardando in un mattino di maggio la vermiglia aurora, l'anima ne è avvolta, inalzata a un cielo luminoso e nella dolce estasi si dimenticano gli affanni terreni. Ma come l'aurora, breve è la giovinezza, amaro il risveglio.

     CLARA

     E allora nulla contano i canti elevati da anime divine al più divino dei sentimenti?

     PAOLA

     La solita capanna, resa suntuosa dalla fusione di due anime, in armonia d'affetti. Ma l'armonia, come il fuoco dopo la fiammata, s'attenua, si spegne e la capanna resta, nella realtà del vivere, con la prosa, nella sua fredda nudità.


     CLARA

     Che avrei dovuto fare?

     PAOLA

     Ubbidire al padre.

     CLARA

     Col far tacere la bellezza dello spirito, per dar voce all'opaca materia? No, no, zia. Meglio la capanna povera, resa calda dalla simpatia, che le dorate gelide mura della reggia senza luce.

     PAOLA

     Non insisto. Che Iddio ti illumini, cara nipote, per il tuo meglio.

     CLARA

     Io vivo nella fiducia, anzi nella certezza, zia, che Nemesio, tanto buono, mi saprà far felice. La voce del cuore difficilmente erra.

     PAOLA

     Possono errare i fatti ed esempi non se mancano.

     (A questo punto si vede avanzare nel giardino, sul quale cadono le ombre della sera, un mendicante. Spia? Forse. Quando arriva vicino alle donne)


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Umberto