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a cura di Federico Adamoli


Il podestà che salvò gli ebrei


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     La famiglia Cannarutto era composta da 10 fratelli, sette maschi e tre femmine: Abramo Oscar, chiamato semplicemente Oscar, sposato con Margherita Marsili, di fede cattolica. Ebbe due figlie: Licia, nata il 5 novembre 1931, Rosa Maria detta Rosi, nata il 7 agosto 1938. Uno di questi fratelli - e la notizia già ci era stata data e confermata da Licia Cannarutto – Leone, fu internato nella Risiera di San Sabba a Trieste, e lì morì, nel campo di concentramento che, come è noto, era il lager nazista più importante d'Italia. Un altro fratello, Giacomo, si nascose in Umbria con moglie e figli, e si salvò; due fratelli abitavano negli Stati Uniti dove si erano trasferiti già negli anni Venti; Luigia Cannarutto morì ad Auschwitz, e la notizia è facilmente riscontrabile anche attraverso Internet; Amelia morì di crepacuore nel 1943 o 1944, quando le SS entrarono in casa; un'altra sorella, Elvira, sopravvisse nascondendosi in Veneto, a Cittadella, vicino a Padova. Degli altri fratelli uno morì da bambino, un altro durante la prima guerra mondiale. I Cannarutto erano in rapporti di parentela con le altre famiglie, e questo aspetto è importante, perché queste famiglie si trasferirono a Teramo, grazie all'amicizia e soprattutto al rapporto di parentela tra di loro: Oscar era secondo cugino con la famiglia Fano, anch'essa a Teramo; c'erano altri Cannarutto a Trieste, ma erano cugini; di questi Mario fu deportato ad Auschwitz da dove riuscì a tornare; Oscar era cugino, forse primo cugino del maestro direttore d'orchestra Fausto Cleva che proseguì poi la sua carriera negli Stati Uniti, in particolare nel Metropolitan, e che ha lasciato numerose incisioni di suoi concerti ed opere. Il ramo materno dei fratelli Cannarutto è la famiglia Rocco, famiglia ebrea proveniente da Ancona. Enzo Cannarutto, cugino forse di secondo grado di Oscar ha sposato invece una Stock, erede della fabbrica di bevande alcoliche che tutti ricordiamo. Oscar padre era orefice, di mestiere commerciante di oreficeria ed orologeria, proprietario di un negozio; Margherita era impiegata al provveditorato agli studi di Trieste. Oscar, ben inserito nella realtà cittadina essendo di carattere estroverso, non era praticante, ma partecipava solo alle manifestazioni più importanti; era orgoglioso della sua provenienza culturale, ma non era religioso. Le due sorelle Cannarutto (Licia e Rosi) non furono battezzate alla nascita, perché l'intenzione dei genitori Oscar e Margherita era di aspettare che le figlie scegliessero da sole il loro orientamento in età adulta. Le sorelle furono poi battezzate in ottobre del 1938 dopo l'emanazione delle leggi razziali, con l'intenzione di evitare discriminazioni. Oscar non si battezzò. Margherita proviene da una famiglia con una educazione religiosa cattolica, ma dopo il matrimonio non ha praticato una sua religione. Dopo la guerra la famiglia di Oscar ritornò a Trieste, riprendendo il lavoro di prima; il negozio fu salvato dalla zia di mamma Margherita, Antonia Bissandi, che continuò a tenere aperto il negozio durante l'occupazione tedesca, in assenza della famiglia da Trieste. Nel 1938, come è noto, furono promulgate le leggi razziali: Licia non poté continuare l'istruzione presso la scuola pubblica, e andò in una scuola privata gestita da suore, la Scuola Notre Dame de Sion. In quel periodo gruppi di giovani fascisti squadristi assalivano e distruggevano i negozi di proprietà di ebrei. Dopo le leggi razziali non si poteva avere in casa una collaboratrice domestica. I Cannarutto finirono in una lista di tedeschi, come tutti quanti gli ebrei. Successivamente all'armistizio dell'8 settembre, con l'arrivo delle truppe tedesche a Trieste iniziarono le ricerche degli ebrei per la deportazione. Intorno al 20 novembre 1943 la famiglia Cannarutto partì per l'Abruzzo, dove cercavano un fratello di Oscar, Nello Leone Cannarutto, che però morì nel campo della Risiera di San Sabba.