Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     In settembre il primo prestito era già sfumato. Un altro fu allora chiesto dal Tesoro Inglese (10 settembre) per la somma di Lst. 80 milioni, proveniente anche questa volta dalla Banca di Francia e da sottoscrizione pubblica francese e dalla Federal Reserve Bank. Anche questo prestito non bastò. Le voci della resistenza alla riduzione dei sussidi provocarono una nuova fuga di capitali. Secondo calcoli recenti si stima che furono ritirati da Londra nel periodo della crisi circa 400 milioni di Lst. Alle forti vendite di sterline nei mercati di Parigi e New York, al aggiunsero all'ultimo momento vendite pure fortissime nei mercati di Amsterdam e Zurigo.
     Il 13 settembre la Banca d'Inghilterra inviava al Ministro una lettera in cui esponeva la situazione, come già i crediti fossero esauriti e la domanda di oro persistesse e andasse anzi crescendo e come non potesse più sottostare agli obblighi del Gold standard. Pregava perciò di sospendere la Sez. I, sottosezione II del Gold Standard Act 1925, che obbligava appunto a vendere oro a prezzo fissato.
     La decisione di sospendere il Gold Standard fu presa nel Consiglio dei Ministri del 20 settembre. Lunedì 21 veniva presentata al Parlamento con una semplicità meravigliosa: il Cancelliere alzandosi, presentava la mozione "che sia permesso di emettere una legge per sospendere la operazione della sottosezione II della sezione I del Gold Standard A et 1925 e per i provvedimenti connessi".
     La proposta dopo solenne e temperata discussione era approvata. Il Gold Standard non era più in Inghilterra.