Gelasio Adamoli
Innovazione tecnologica, impresa e competitività


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     Con il ricorso al decentramento produttivo, nelle modalità appena descritte, la grande impresa riuscì ad ottenere diversi vantaggi e cioè:
     Un consistente abbattimento dei costi.
     L’eliminazione del rischio di investimento relativamente alle attività decentrate
     L’ottenimento di quella flessibilità di cui godono le piccole imprese. Infatti, in queste il minor livello di sindacalizzazione consente una maggiore possibilità di ricorrere ai licenziamenti o di ridurre le ore di lavoro. E’, così, possibile adattare la forza lavoro alle reali esigenze produttive.
     Da quanto sin ora esposto, appare chiaro che inizialmente le piccole imprese dipendevano fortemente dalla grande impresa. Infatti, una caduta della domanda dei prodotti di quest’ultima determinava un annullamento o forte riduzione degli ordini rivolti alla prima.
     La piccola impresa ben presto comprese che per garantirsi la sopravvivenza avrebbe dovuto necessariamente acquisire un certo grado di indipendenza attraverso lo sviluppo di propri prodotti da immettere sul mercato. Ciò fu possibile utilizzando l’esperienza acquisita durante la fase di dipendenza ed instaurando proficui rapporti di collaborazione con altre piccole imprese. (68)
     Infatti, questi nuovi prodotti nacquero da modifiche migliorative apportate al progetto del prodotto che l’impresa madre commissionava. Inoltre, accadeva spesso che il piccolo imprenditore, impegnato nella nuova produzione, avesse bisogno di lavorazioni specifiche che, per inadeguatezza dei propri impianti, non poteva realizzare. Ricorreva, allora, alla collaborazione di un “collega” dotato della giusta strumentazione e come lui preoccupato di essere troppo legato alla grande impresa.

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(68) ) Cfr. S. Brusco, Piccole Imprese e distretti industriali, Rosenberg & Sellier, Torino, 1989.