Gelasio Adamoli
Innovazione tecnologica, impresa e competitività


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     La risposta della grande industria fu quella di riorganizzarsi attraverso un processo di disintegrazione verticale che portò alla riduzione della sua scala produttiva e quindi alla diminuzione degli occupati e al ricorso sistematico alla subfornitura. Più precisamente, le imprese provvidero ad attuare la vendita o il disinvestimento di attività non strategiche al fine di liberare risorse. La nuova organizzazione produttiva prevedeva una unità centrale preposta alle attività più importanti quali il management, ricerca e sviluppo, progettazione del prodotto, fasi produttive ad elevato contenuto tecnologico, mentre a delle unità periferiche si delegavano le fasi meno determinanti del ciclo produttivo.
     Queste unità periferiche erano unità produttive di piccole e medie dimensioni giuridicamente distinte dalla grande impresa e con la quale questa instaurava rapporti di sub fornitura.
     Le unità di medie dimensioni avevano solitamente una forma giuridica di tipo societaria. La grande impresa decentrante partecipava a queste società in posizione maggioritaria in modo, così, da avere il controllo sulla gestione aziendale. Le unità di piccole dimensioni, invece, erano il più delle volte di proprietà di un’unica persona fisica. Si trattava, solitamente, di un ex manager, ex operaio o ex capo reparto dell’impresa decentrante. Quest’ultima, assicurando all’ex dipendente un determinato volume di commesse future, lo incoraggiava ad intraprendere in proprio l’attività che essa intendeva decentrare. (67)

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(67) ) Il fenomeno di nascita di un’azienda minore da un’altra di maggiore importanza, che si venne a realizzare e che abbiamo appena descritto, è noto come il fenomeno dello spin-off.