Gelasio Adamoli
Innovazione tecnologica, impresa e competitività


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     Se a originare la nascita della piccola impresa fu il processo di riorganizzazione della grande, a determinarne il successo, in termini di efficienza produttiva, fu senza dubbio la diffusione della nuova tecnologia microelettronica degli anni 80.
     Queste nuove tecnologie resero disponibili, a costi accessibili anche alle piccole unità produttive, impianti per la produzione di tipo modulare e flessibile.
     Il carattere modulare consiste nella possibilità di modificare la dimensione, la funzionalità e l’efficienza degli impianti senza doverli sostituire per intero ma aggiungendo o sostituendo, in modo più o meno graduale, singoli moduli.
     Il carattere di flessibilità, invece, si riferisce alla possibilità di variare facilmente i tipi di lavorazione riducendo nello stesso tempo il limite economico dell’automazione. Ciò significa poter produrre quantità limitate di beni diversi con costi unitari di produzione limitati (economie di scopo).
     E’ importante, inoltre, sottolineare che verso la fine degli anni settanta i mercati internazionali subirono profonde mutazioni. La domanda di numerosi beni finali, oltre a presentare un elevato grado di mutabilità, non era più solo diretta verso prodotti di massa ma anche verso quelli di migliore qualità e più orientati alle specifiche esigenze dei consumatori.
     Dal nuovo contesto tecnologico ed economico emerge, quindi, che da quel momento in poi un’impresa, per essere competitiva, dovrà avere la capacità di dare risposte rapide ed innovative alle mutevoli richieste del mercato in termini di qualità e appropriatezza, anziché saper produrre grosse quantità di beni diminuendo i costi unitari.