Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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     Altra peculiarità dell'amministrazione Adamoli è l'attenzione rivolta alla politica culturale. Nonostante le emergenze da affrontare siano molteplici, tra i primi impegni che l'amministrazione prende in considerazione, già dall'ottobre 1946, c'è quello per la ricostruzione del Teatro Carlo Felice e Adamoli è addirittura presidente della commissione incaricata di vagliare i progetti; (99) mentre il programma per le Belle Arti è varato dal Comune nel 1949. (100). Il ripristino dei luoghi di fruizione culturale è considerato alla pari della ricostruzione urbana:

"Il teatro è (...) da mettersi sullo stesso piano delle scuole, delle biblioteche, dei musei, dei grandi centri di cultura popolare. (...) occorre che tutti sappiano che non esiste dilemma tra far case per i senza tetto e ricostruire il teatro, quanto a disponibilità finanziarie" . (101)

     E ancora Michelini:

"Qualcuno obiettava che era difficile condurre in porto, nel mezzo di una crisi economica e finanziaria, un'impresa fallita negli anni del cosiddetto "boom". Ma Adamoli rispondeva: "Le energie ci sono, basta saperle suscitare. E chi sostiene che la ricostruzione del 'Carlo Felice' è un lusso non ha capito nulla della nostra politica di austerità: la cultura non è mai un lusso". (102)

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(99) Il Carlo Felice era stato distrtutto parzialmente durante i bombardamenti dell'estate del 1943. Lo stesso dicasi la maggior parte degli altri teatri del centro genovese: Comunale, Politeama, Paganini, Regina Margherita, Nazionale, Giardino d'Italia.(E. Baiardo, L'identità nascosta, cit., pp. 16 e sgg).La commissione per la ricostruzione del Carlo Felice venne istituita il 25 agosto 1949; Adamoli ne era presidente. (Ibidem, p. 38, nota 17). Il progetto vincitore, scelto un anno dopo, era quello di Antonio Chessa, ma la polemica scatenata dall'associazione culturale "A Compagna” -nel merito dei risultati ottenibili a livello acustico e architettonico, nonchè sui costi a carico dei contribuenti-e portata avanti dal Secolo XIX, ne bloccò l'attuazione. Dopo numerose modifiche e la periodica riapertura del dibattito, la ricostruzione sarà ultimata negli anni Novanta. Scrive Michelini nel 1978: "L'ultimo suo incarico è la sovrintendenza del Teatro comunale dell'opera. E anche in questo caso Gelasio Adamoli ha affrontato il proprio compito con l'esuberanza che riusciva, come sempre, a trasmettere in quanti lo circondavano. Aveva dedicato ogni sforzo alla riqualificazione della produzione culturale e artistica dell'ente lirico, rivolgendone l'attività anche verso i giovani, la scuola, le fasce di pubblico tradizionalmente escluse dal teatro.Ma Adamoli aveva in mente soprattutto un'altra cosa: ricostruire finalmente il "Carlo Felice" distrutto dalle bombe nel 1944. E' una vicenda quasi emblematica. I teatri lirici sono stati ricostruiti dappertutto tranne che a Genova. Qui una inestricabile matassa di diatribe, di difficoltà, di interessi, di polemiche ha fatto si che il "Carlo Felice" sia rimasto fermo al 1944. Adamoli non aveva potuto ricostruirlo quando era sindaco (perché allora bisognava dare la precedenza alle case) e intendeva farlo ora. Attorno a questo proposito aveva saputo coinvolgere sempre più ampi strati della cittadinanza e delle forze sociali, culturali e politiche." (F. Michelini, Gelasio Adamoli. Un profilo, cit., “L’Unità”, 31 luglio 1978).

(100) Si delibera il restauro dei musei e di Palazzo Bianco e Palazzo Rosso, la ricostruzione del chiostro di Sant'Andrea, la costruzione del Museo di arte Orientale, l'acquisto e restauro di opere e arazzi . (E. Baiardo, L'identità nascosta, cit, p. 34).

(101) Ibidem, p.37.

(102) "Gelasio Adamoli. Un Profilo", cit., "L'Unità", 31 luglio 1978.