Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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     In questo senso è significativa la creazione di strumenti di contatto con la popolazione, che rendono possibile l'incontro ed il dibattito su materie generalmente gestite da tecnici, come il perfezionamento e l’applicazione di provvedimenti di politica tributaria ed il controllo dell'operato degli amministratori : chiaro esempio sono i Consigli Tributari e le Consulte popolari (93).
     In questa opera formativa che le istituzioni più vicine al cittadino devono compiere, è essenziale il dialogo con il mondo operaio: costante perchè nutrito dalle conversazioni "a tu per tu con gli operai, sedendoci alle loro mense, scambiandoci le idee, delucidando problemi economici." (94)
     Le grandi battaglie che il mondo operaio genovese si troverà a combattere, in particolare dal 1950, saranno infatti appoggiate dalla giunta socialista e comunista : lotte come l'autogestione operaia della San Giorgio di Sestri Ponente, protrattasi clamorosamente per ben ottanta giorni nell'indifferenza di gran parte della stampa, nonostante il forte sostegno popolare, troveranno la propria unica sponda istituzionale nella sinistra cittadina e nei suoi quotidiani. (95)
     La vittoria della Democrazia Cristiana nel 1951, con l'insediamento del sindaco Pertusio, segna la fine di quell'apparato partecipativo costruito da Tarello e Adamoli: l'allontanamento dalla popolazione è operato attraverso alcuni provvedimenti, quali: l'abolizione dei consigli tributari; (96) la "spoliticizzazione dell'assemblea comunale", che riacquista la propria funzione tecnico amministrativa; (97) la proibizione agli esponenti dei partiti politici di entrare nelle fabbriche durante i momenti di riposo dei lavoratori. (98)

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(93) I Consigli tributari, espressione "di una chiara concezione democratica applicata in un campo sinora riservato ai cosiddetti tecnici". (G. Adamoli, Giustizia tributaria, in "Genova", n.1, 1950, p.2, cit. in : M.E. Tonizzi, Il ceto politico locale a Genova e provincia:1946-1951, cit., p. 64) erano stati istituiti nel 1945 dal ministro comunista Antonio Pesenti ed erano formati da membri delle categorie contribuenti, nominati dall'amministrazione comunale; avevano funzioni di controllo e accertamento fiscale. Le consulte popolari erano organismi assembleari che si riunivano periodicamente, con funzioni di controllo dell'operato del consiglio comunale. (Ibidem, p. 68, nota 18).

(94) Adele Faraggiana, assessore supplente nella giunta Adamoli per il PSI. (Ibidem, p. 66 e p. 67 nota 1).

(95) Racconta uno dei protagonisti di quell'occupazione, Giordano Bruschi, diventato poi figura di spicco del PCI ligure: “La vertenza diviene il più grosso fatto politico e istituzionale di quegli anni. Adamoli porta la vicenda in consiglio comunale, nelle sedute del 10 e 11 febbraio [1950, n.d.r.] : grande preoccupazione di tutti (anche la DC) per la sorte produttiva dell'azienda. Il 13 febbraio Adamoli visita lo stabilimento e incontra gli organismi interno reparto per reparto. Il resoconto è ripreso dai due giornali di sinistra:”La federazione del ritiene di informare i cittadini sull'andamento, sulle cause della vertenza e organizza la diffusione dell'Unità davanti alle fabbriche e agli uffici, presso i caseggiati e i quartieri”. (Bruschi G., Una battaglia operaia a Genova: 1950 autogestione alla San Giorgio, Genova, Fratelli Frilli Ed, 2005, pp. 78-79).

(96) Il 29 ottobre 1951. (M.E. Tonizzi, Il ceto politico locale a Genova e provincia:1946-1951, cit., p.70, nota 71).

(97) Il 15 febbraio 1952 viene approvato l'ordine del giorno con cui si vieta al consiglio comunale la discussione di problemi non inerenti alle competenze tecnico-amministrative del comune.(Ibidem, p.66).

(98) Ibidem.