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a cura di Federico Adamoli

Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano


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     Vorrei ricordare anche Francesco Marcozzi, attuale redattore capo de Il Messaggero, che faceva parte di questa staffetta, e Angelo D'Alfonso. Un ultima cosa vorrei ricordare, ed io ho pregato anche il dottor Canaletti, all'epoca. Noi abbiamo un campo scuola - io non sono nessuno per chiedere questo - ma almeno fate qualcosa per dedicarlo al professor Pecorale e al professor Carlo Eugeni. Sarebbe una cosa meritoria per tutta la città.

     (Pietro Del Zoppo) Dopo quanto riferito c'è poco da dire. A me il professor Eugeni ha insegnato tante cose: innanzi tutto il rispetto delle regole, anche perché in quel periodo ero un po' esuberante. Oltre ad insegnare l'atletica lui ci faceva fare tutte le discipline: il lancio del disco, del peso, gli ostacoli, poi il mezzofondo. Ero un po' esuberante, quindi lui mi ha portato ad essere più calmo, rimandandomi anche a settembre il primo anno che mi ha insegnato.
     Raccontava il professor Augusto D'Agostino dei complimenti che gli fece quando la sua signora vinse il campionato italiano; io invece ricordo i bigliettini che arrivavano a casa, sia quando si vincevano le gare, sia nelle occasioni felici e meno belle. A parte l'avviamento all'atletica che ho avuto dal professor Eugeni, il suo insegnamento mi ha accompagnato e mi accompagna, sia ancora per poco, come professore, per ciò che mi dato durante gli anni dell'istituto. Una persona austera, irreprensibile, un esempio per gli insegnanti che avrebbero dovuto conoscerlo, perché avrebbero avuto un ottimo modello al quale ispirarsi per il proprio bagaglio professionale.