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a cura di Federico Adamoli

Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano


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     (Roberto Almonti) Non bastano due ore per poter parlare di Carlo Eugeni... Volevo coinvolgere Elso Simone Serpentini, giornalista ed insegnante nel mondo della scuola, e chiedergli: ci potrà essere secondo te un altro Carlo Eugeni?

     (Elso Simone Serpentini) Mi metti in imbarazzo, perché mi fai parlare dopo tanti atleti che io ho invidiato, perché avrei desiderato essere un atleta pure io, ma non ci sono mai riuscito.

     (Roberto Almonti) Poi... (sorridendo) dopo aver saputo soprattutto che c'era Francesco Marcozzi nella 4x100...

     (Elso Simone Serpentini) Io ho provato con il ciclismo, ma dopo cinquanta chilometri mi stancavo... Li ho invidiati! Il professor Carlo Eugeni per me era un mito quando andavo a scuola - frequentavo il liceo classico - e lo consideravo il maestro dei maestri. Mutuo due termini che avete usato e ne aggiungo un terzo: il primo termine è disciplina. Il professor Eugeni è stato un maestro di disciplina, disciplina in senso greco, la misura con se stessi; il rigore è il secondo termine che mutuo, ma ne aggiungo un terzo: lo stile. E lo stile è l'uomo. Lo stile, il rigore, la disciplina del professor Eugeni sono gli stessi del professor Giuseppe D'Alessandro che è stato già citato.
     Ecco, io parlo ora un po' da storico, se permetti. E nella storia dello sport teramano, che inizia all'incirca - stando alle cronache - nei primi anni del novecento (prima era un'altra cosa) il professor D'Alessandro per una generazione e il professor Eugeni per l'altra generazione sono stati i due punti di riferimento. Che cosa li ha contraddistinti e cosa li ha accomunati? Intanto la onnicomprensività, perché era quello un periodo in cui non c'erano le specializzazioni, per cui chi insegnava educazione fisica doveva sapere tutto, in un momento in cui di sport non si sapeva niente, o quasi. I traguardi, i records che sono stati registrati in seguito, ci hanno dimostrato quanto fossero grandi le capacità atletiche degli uomini e quanto poco venissero sfruttate, non soltanto per la scarsa alimentazione o per le difficoltà di allenamento, ma anche perché non si conoscevano le tecniche di base.