Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Gli Inglesi seguivano con crescente e dispettoso interesse la creazione di questa base aero-navale italiana nel mezzo del Mediterraneo. Scoppiata la guerra, l'opera non si arrestò. Continuarono gli invii di armi e di aerei, di uomini e di viveri: quando verso la metà di maggio il generale nemico Spaaz iniziò l'attacco aero-navale contro Pantelleria, nell'isola v'erano quaranta batterie, alcune squadriglie di aeroplani da caccia e una guarnigione di circa dodicimila uomini. Comandante della base l'ammiraglio Pavesi; delle truppe di terra il generale Mattei.

Il “caso” Messe

     A guardarlo da vicino, l'uomo che dopo la sfortunata campagna di Tunisia, fu promosso Maresciallo d'Italia, non ha veramente la faccia del traditore. Non ha cioè il mento aguzzo o triangolare, il colore smorto, lo sguardo fuggente, le mani calde, non ha, cioè, nessuna delle caratteristiche somatiche che in ogni letteratura accompagnarono il tipo del traditore. La statura del Messe è alquanto al disotto della media, la sua faccia è larga e aperta; l'occhio limpido che fissa l'interlocutore, il linguaggio preciso: vedendolo si conclude: ecco un galantuomo; cioè un uomo sincero e leale. Viceversa, il Maresciallo Messe, è veramente uno dei più classici e odiosi traditori fra tutti coloro che Badoglio ha allevato e protetto, ed ha rappresentato per Mussolini la più sgradita delle sorprese.
     Il passato militare del Messe può considerarsi brillante. Nella prima guerra mondiale egli tenne diversi comandi — in ultimo anche di truppe d'assalto — e come "ardito" egli era conosciuto e considerato fra gli ex-combattenti.