Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Pantelleria era nota agli Italiani come un'isola di deportazione o confino. Vista sulla carta geografica, appariva come un punto quasi insignificante. Ciò fino al giorno in cui, volandovi sopra, Mussolini trovò Pantelleria essere un'isola abbastanza grande per diventare l'anti-Malta, capace di bloccare il Canale di Sicilia nel suo tratto più breve.
     Non avevano quindi torto gli Inglesi quando, dopo la conquista dell'isola, la chiamavano l'isola di Mussolini.
     Ma la decisione di tramutare Pantelleria in una base aero-navale incontrò molte opposizioni e le prime obiezioni furono naturalmente quelle dei tecnici professionali. Gli dissero che non era necessario fortificare Pantelleria per bloccare il Canale. Al che fu risposto: si blocca meglio una strada piantandosi nel mezzo della medesima 6 stando a un margine? Se anche si guadagnano da Pantelleria pochi minuti, non può essere questo vantaggio, nel tempo, un fattore determinante del successo? Le obiezioni dei tecnici caddero: fra di essi era il generale Valle, e si cominciò a lavorare accanitamente. Furono mandate alcune migliaia di operai: bisognava in un paio d'anni migliorare il bacino portuale per renderlo idoneo a navi e natanti di medio tonnellaggio, costruire un campo di aviazione, un'avio-rimessa sotterranea a due piani, postare le batterie anti-aeree e anti-nave, concentrare ampie riserve di viveri e munizioni, migliorare la rete stradale, minare i brevi tratti di spiaggia dove esisteva una possibilità di sbarco. Questo programma fu attaccato con ammirevole energia. La guarnigione fu progressivamente rinforzata: un anno dopo, il 18 agosto del 1938, Mussolini si recò in volo a Pantelleria, atterrò nel campo quantunque non ancora del tutto ultimato, visitò le gigantesche rimesse sotterranee — primo esempio nel mondo — e poté constatare che almeno il 50 % del programma poteva considerarsi realizzato.