(segue) Discorso del XIII gennaio per lo Stato corporativo
(12 gennaio 1934)
[Inizio scritto]

      I discorsi che sono stati pronunziati qui hanno gettato altri fasci di luce sul progetto che voi avete esaminato.
      Il discorso del senatore Bevione è stato un giro d'orizzonte che ha nettamente individuato taluni aspetti caratteristici della crisi che stiamo ancora attraversando. Di estremo rigore dialettico è stato il discorso del senatore Schanzer. Il senatore Cavazzoni ha posto in risalto il paradosso di questa veramente paradossale opera della civiltà contemporanea che ci fa assistere a fenomeni come questi. Cioè al grano che diventa il combustibile per le locomotive, ai sacchi di caffè che vengono gettati nell'Oceano, alla distruzione della ricchezza, mentre esistono milioni di uomini che l'utilizzerebbero per i loro bisogni insoddisfatti.
      Interessante il discorso del senatore Cogliolo, che nel suo brillante debutto ha sottolineato l'importanza dell'adesione al Regime e dell'inquadramento delle masse dei cosiddetti intellettuali: fenomeno tipicamente italiano e unico nella storia se è vero che Platone, come voi certamente mi insegnate — al quale non mancava la saggezza tanto che appena nato le api gli deposero il miele sulle labbra — escluse dalla sua Repubblica i poeti ed affini, ritenendoli perniciosi al pacifico sviluppo della città.
      Noi creiamo un Regime dove tutti quelli che una volta si chiamavano i lavoratori del pensiero, tutti quelli che traggono i mezzi di vita dalla loro professione, dalla loro arte, vivono nel Regime e apportano al Regime un contributo insostituibile: il contributo dell'intelligenza.
      Il senatore Marozzi ha prospettato taluni aspetti della Corporazione applicata all'agricoltura. Finalmente il senatore Corbino, fisico di fama universale, come ognuno di voi ben sa, ha avanzato degli interrogativi di molta importanza e che ci conducono a considerare ottima via quella della circospezione, quando si cammina nel campo dell'economia.

(segue...)