“Il 1934”
(2 gennaio 1934)


      L'attività del 1934-XII, si inizia con questo articolo, che costituisce una sintesi della tappa raggiunta dal Fascismo e della via da seguire nell'anno iniziato. L'articolo, scritto per i giornali dell'«Universal Service» degli Stati Uniti d'America, venne pubblicato sul Popolo d'Italia del 2 gennaio 1934-XII.

      Nell'affacciarsi alla ribalta del mondo, il nuovo anno solare 1934 suscita nello spirito degli uomini, le stesse inquietudini, le stesse domande, le stesse speranze. Che cosa porterà l'anno nuovo? Andremo verso tempi migliori o la situazione peggiorerà ulteriormente? Questa è la domanda che gli uomini di Stato e di Governo, e in genere gli elementi responsabili di ogni Paese, debbono porre a se stessi per trovare nella propria coscienza la forza di agire per il bene comune. È inutile cullarci nelle illusioni vane. Io già ebbi occasione di esprimere una volta la mia profonda assoluta convinzione: fra tutti i nemici dell'umanità e fra tutti i mali che l'affliggono, uno dei peggiori è l'ottimismo facilone, imbelle e imbecille.
      Abbandonate a se stesse, le cose non miglioreranno automaticamente. È più facile che scivolando sul piano inclinato, precipitino verso la catastrofe.
      Quando i mali siano identificati e conosciuti si può ragionevolmente porre qualche rimedio. E si può anche interamente evitarli, più spesso di quanto non lo lasci credere la pigrizia mentale e fisica degli uomini, che prendono a scusa l'alibi della fatalità quando, viceversa, si tratta della loro volontà deficiente o disordinata.
      Il credo fascista è un credo eroico, nella forza della volontà umana, intelligente e operante. Dove vi è una volontà, vi è una strada. Alla soglia del nuovo anno, vediamo dunque, fascisticamente, quali sono le strade che l'indomita volontà umana può tracciare o appianare per percorrere nel 1934 una tappa decisiva verso orizzonti migliori.

(segue...)