Domeneghini
(19 maggio 1931)


      Il 18 maggio, a Torino, si spegneva all'età di trentadue anni l'on. Lino Vitale Domeneghini, deputato di Trieste, medaglia d'argento. Alla Camera dei Deputati, nella tornata del 19 maggio, dopo la commemorazione fatta dal Presidente, S. E. il Capo del Governo rievocò l'eroica figura dello spento camerata.

      Tredici anni or sono, il camerata che oggi ricordiamo era uno di quei ragazzi che partecipavano alle dimostrazioni interventiste in quel maggio che più si allontana dalla Storia e più per noi diventa radioso.
      Era il maggio durante il quale finiva la storia dei professori e cominciava la Storia del Popolo italiano.
      Naturalmente, il buon interventista è quegli che è intervenuto.
      E Domeneghini intervenne e fu ferito una prima volta nel 1916. Nell'ottobre del '17, quando le parole criminose «della inutile strage», «nel prossimo inverno non più in trincea» avevano già prodotto i loro effetti deleteri soprattutto nelle retrovie, il nostro camerata comandava un reparto al Passo di Zagradano.
      Vi resistette a lungo con due compagni finché, restato senza munizioni e ferito gravemente alla testa, cadeva prigioniero.
      Fu internato in Germania. Tentò di fuggire, fu ripreso, internato in una fortezza sul Baltico. Tornò a fuggire e finalmente ci riuscì.
      Tutte queste cose evidentemente qualcuno di voi le ignorava e certamente le ignoravano quei giornali che oggi hanno dedicato in piccolo corpo sei delle notizie inconcludenti alla morte di questo nostro camerata, il quale dopo la grande guerra, volle continuarla in Libia, poi la continuò nella Rivoluzione fascista, squadrista della «Disperata»; nomi bellissimi che non hanno ancora perduto il loro significato. E fu ferito.

(segue...)