Problemi granarii
(6 giugno 1931)


      Il 6 giugno, a Palazzo Venezia, ha avuto luogo, lotto la presidenza di S. E. il Capo del Governo, la riunione del Comitato permanente del grano. Dopo la relazione di S. E. Acerbo, Ministro dell'Agricoltura, ha parlato il Duce.

      Sua Eccellenza il Capo del Governo ha esaminato ampiamente tutti i termini e i punti del complesso problema che investe la necessità di assicurare all'agricoltura una equa rimunerazione del prodotto granario, senza per altro perturbare l'equilibrio dei prezzi e in genere l'equilibrio dell'economia nazionale.
      S. E. Mussolini ha anzi tutto scartato la possibilità di adozione di alcune misure delle quali ha fatto una analisi particolareggiata, che o non sono realizzabili e non sarebbe possibile attuare per ragioni giuridiche di ordine internazionale, o non avrebbero comunque pratica efficacia, specialmente nelle attuali condizioni del mercato mondiale (dazio, scala mobile, contingentamento dell'importazione del grano nei mesi immediatamente successivi al raccolto, temporanea esportazione del grano nazionale, comizi per l'importazione).
      Indi ha dichiarato che il Governo, riservandosi di intervenire, se del caso, con altre tempestive misure, adotterà immediatamente tre ordini di provvedimenti.
      Il primo di essi riguarda la decisione già presa dal Ministro della Guerra di acquistare, per i servizi delle forze armate, 500.000 quintali di grano nazionale, concentrando gli acquisti nei mesi di luglio e nei primi giorni di agosto. Gli acquisti saranno fatti direttamente presso i produttori, con pagamento in contanti per le piccole partite e mediante vaglia da emettersi dai commissariati appena effettuato il collaudo per le partite maggiori.
      Il secondo si riferisce al rafforzamento dell'azione creditizia. La ragione principale che determina nei mesi del raccolto la congestione del mercato e l'esuberanza della offerta, consiste, come è noto, nell'urgente bisogno di mezzi monetari che preme in quell'epoca sugli agricoltori. Il credito agrario può quindi costituire un efficace freno alla vendita del nuovo raccolto e al consecutivo tracollo dei prezzi. L'anno scorso il credito agrario a favore dei produttori ha funzionato con buoni risultati in tutta Italia, anzi in talune regioni, specialmente dell'Italia settentrionale, i mezzi messi a disposizione degli agricoltori non sono stati interamente assorbiti. Quest'anno sono stati tempestivamente invitati gli istituti di credito a predisporre i fondi destinati a sorreggere i produttori di grano nella fase più critica, ordinando in pari tempo opportuni criteri di semplificazione nella procedura e raccomandando di mantenere il saggio dell'interesse alla più tenue misura possibile.

(segue...)