La nuova economia italiana
(2 aprile 1931)


      Il 2 aprile, all'assemblea generale dell'Associazione fra le Società per Azioni, dopo l'ampia e documentata relazione di S. E. Alberto Pirelli sull'economia del Paese, il Duce ha fatto le seguenti dichiarazioni:

      Camerati! Signori!
      Avete udito un discorso molto interessante, esauriente, ammonitore e tonificatore ad un tempo, discorso che non chiede lunghe postille. Del resto, sugli aspetti generali della situazione economica nazionale e mondiale ho parlato, tre mesi or sono, al Senato del Regno.
      Tuttavia, in questo breve lasso di tempo, fatti nuovi si sono verificati — modus vivendi navale, accordi anglo-indiani di Nuova Delhi, preliminare intesa doganale austro-tedesca — che possono essere considerati in senso favorevole, a seconda dei loro futuri sviluppi.
      Nel complesso, alcuni sintomi di ripresa si possono notare qua e là: movimenti di pattuglia, ma il grosso, cioè la massa, è ancora ferma. Si attende che entri in gioco, simultaneamente e cumulativamente, il complesso dei fattori di ripresa; in primo luogo i fattori morali, nel qual caso si potrà parlare di fine del periodo più acuto della crisi. Significativo è il fatto che da tre settimane i prezzi oro mondiali sono stabili e che la disoccupazione è un po' diminuita.
      Non spetta a me, in questa sede, dire quel che il Regime ha fatto per alleggerire le conseguenze della crisi. Un giorno sarà scritta anche questa pagina di storia. In questa pagina, accanto ai fatti, alle leggi, agli interventi di varia specie, ci saranno anche i nomi, e, ad onore dell'Italia fascista, molti nomi: quelli di coloro — agricoltori, industriali, banchieri, commercianti, navigatori — che hanno tenuto duro, serrando i denti, dinanzi alla tempesta e non hanno mai disperato, perché non si erano mai dati al gioco d'azzardo ed erano stati previdenti, nei tempi della fortuna. Né saranno dimenticati i lavoratori di tutte le categorie ed il popolo italiano, che ha dato un perfetto esempio di disciplina. Le poche eccezioni, su masse di milioni di uomini, confermano la regola.

(segue...)