Umberto Adamoli
LA VOCE DELLE CARCERI
(Atto unico)


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     MICHELE - (che in questo momento torna festoso) Esultate, compagni. E' giunta per noi l'attesa amnistia. Siamo liberi. Facciamo festa.

     FRANCESCO - L'amnistia! Evviva la libertà. (Si abbracciano allegramente).

     CARLO - (rivolto a Giovanni, un po' mortificato per tale festa) E voi?

     GIOVANNI - Non vi date pena, figliuoli. Andate e siate felici. Vostra è la vita, meglio ammaestrata dal lieve infortunio. Io rimango ad aspettare la liberatrice di tutti i mali. Anche voi, però, mi portate via, come le rondini, un po' della mia anima in pena.

     (Tutti, abbracciato mestamente il nonno, s'allontanano. Mentre suona di nuovo il "Sogno" di Schumann, s'allontana, curvo ed afflitto, anche Giovanni).


     SIPARIO

     Fine del dramma


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Umberto