Umberto Adamoli

Le lettere di Emanuele Parodi (1921-1945)
Prima parte: 1921-1929

[Seconda parte: 1930-1937] - [Terza Parte: 1938-1945]




Genova, Pasqua 1921

Carissimo Capitano
Forse Lei, quel giorno, lo ha dimenticato: non io! Più il tempo lo allontana, e più vivo, più palpitante ne è il ricordo nella mia anima.
Voleva aspettare a scriverLe che la bizzarra avventura fosse definitivamente sepolta: ciò ancora non è, perché vi è tuttora un appello contro la mia assoluzione "per non avere preso pare al fatto".
Ma mi sembra di potermi oramai ritenere sufficientemente rigenerato, per rivolgermi da gentiluomo a gentiluomo.
E in questi giorni ho potuto finalmente avere anche il Suo indirizzo.
Così alfine sciolgo il voto della mia anima riconoscente, soddisfo al desiderio per tanto tempo represso di gridarLe il mio grazie commosso ed entusiasta!
Quante innumerevoli volte non ho io pensato alla Sua simpatica figura di valoroso, di generoso, di gentile, di buono, di onesto!
Quante volte il mio cuore non si è elevato a Lei in un inno di gratitudine, quante volte non ho io esaltate le Sue doti in seno alla mia famiglia, segnalando il Suo nome alla sua gratitudine eterna!
La ricorda la colazione al "Deferrari"? Li ricorda i discorsi buoni, affettuosi, incoraggianti che Lei mi teneva? Eppure Lei parlava allora ad uno che era accusato e sospettato dei più neri delitti contro la Patria... Lo ricorda come fu cortese, benigna, riguardosa la Sua sorveglianza?
Oh quanto fu nobile e buono con me, e quanto deve quindi esserlo sempre e con tutti!
Finalmente sono contento di essermi deciso a dirLe tutta la mia anima. E sono più che contento, sono felice. Però una domanda devo chiederLe.
Lei verrà pure a Genova prima o dopo. Io devo assolutamente avere l'onore ed il grande piacere di averLa a casa mia, a tavola colla mia famiglia. Essa aspira intensamente a conoscerLa perché vuole vedere, contemplare sentire e benedire il mio Benefattore.
Con affettuosi sensi.
Emanuele Parodi

Emanuele Parodi
Via Carlo Alberto n. 5
Genova

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Genova 1.5.21

Carissimo Capitano
Avrei voluto e dovuto ringraziarLa subito della Sua tanto gradita lettera. Non lo feci prima, sa perché? Perché doveva andare a Roma e voleva fare a me e a Lei la lieta improvvisata di capitarLe dinanzi personalmente.
Invece poi, fui bensì a Roma, ma mi mancò assolutamente il tempo per rintracciarLa.
Così intanto Lei mi ha ancora allietato l'animo con altro Suo saluto da Chieti, ricevuto qualche giorno fa, ed io sono rimasto anche più mortificato, ma anche sempre più ammirato di Lei e della Sua bontà.
La ringrazio di avere così bene accolte e la mia lettera e il mio invito: La prego ancora di credere alla mia sincerità quando Le dico che il giorno in cui potessi averLa nella mia casa sarà per me un giorno felice.
Se Lei avesse ancora occasione di andare a Roma La prego di avvertirmi: allora farei in modo di rintracciarLa e di soddisfare questo mio febbrile desiderio di rivederLa e di ringraziarLa a voce coll'anima. Suo affezionatissimo
(non commendatore!) Emanuele Parodi

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Genova 3.7.21

Carissimo Capitano
La sua cara lettera del 27 mi giunge mentre sto per partire per Roma, Toscana e Milano. Temo sarò assente tutta la settimana.
Al mio ritorno penserò all'invio di quanto Le dissi: La prego ripetermi il nome della Sua signora che stupidamente ho dimenticato, e siamo dunque intesi che ambedue ora risiedono a Chieti.
La ringrazio del Suo così cordiale invito. Ho la precisa sensazione della gioia che ne proverei. Ma non posso promettere, perché non so se avrò tempo. Mi manca anche quello di prendermi qualche settimana di ferie.
Quelli che dicono che noi sfruttiamo il lavoratore!...
Ma non escludo però di venire. Badi che dico sul serio.
Suo affezionatissimo
Emanuele Parodi

3/6 Via Carlo Alberto

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Genova 13.XI.21

Carissimo Amico
Anzitutto Le sono molto grato se, quando mi scriverà qualche altra Sua così interessante e brillante lettera, la smetterà coll'"Illustrissimo". Io sono per Lei, il Suo, se me lo permette, amico Parodi. Ogni aggiunta, guasta. Intesi?
La ringrazio del Suo gentile pensiero di ricordarmi la mia (mezza!) promessa che è poi un'altra prova del Suo animo buono e gentile.
Posso accertarla che è vivissimo in me il desiderio di profittare del Suo invito, ma più ancora di rivederLa.
Quando, Dio solo lo sa, che mi pare di poter sperare per il prossimo estate, come Lei mi diffida!
Il mio oggetto?! Come potrà esso mai esprimere la immensa mia gratitudine?
I miei omaggi alla Sua Signora, ed a Lei una forte stretta di mano
Emanuele Parodi

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Genova 4.XII.21

Carissimo Amico
Sì, la mia trionfale vittoria è anche la Sua, mio caro amico, nobile cuore!
E' sepolta finalmente questa ignobile calunniosa montatura contro la quale posso ormai e finalmente lanciare, nella mia innocenza rivendicata, tutto il mio disprezzo!
Restano dei conti da saldare... Chissà che il tempo, questo inesorabile giustiziere non mi renda possibile anche questo compito!
Frattanto grazie e grazie a Lei per allora e per ora. A buon diritto Ella rievoca quei momenti di Sua infinita bontà, ma io li ho scolpiti nel mio cuore e finché esso pulsa non si cancelleranno.
Grazie anche da mia moglie e dalla mia famiglia tutta.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi

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Genova 23.8.24

Proprio di questi giorni pensava che cosa mai era divenuto del mio indimenticabile amico Adamoli, ed ora mi arriva la Sua preziosa cartolina. Grazie del profondo del cuore.
Lei però non deve mai più mandarmi dei saluti "ossequiosi", oh questo no!
Io non accetto ossequi da chi si è dimostrato il più fine e il più delicato fra i gentiluomini, da chi mi ha ritenuto un galantuomo quando altri, molti, mi trattavano da delinquente.
Bisogna che Lei, mio caro Adamoli, se lo metta bene in testa, che io mi sento fiero di considerarla fra i miei amici più cari e preziosi. Voglio sperare che Lei voglia condividere questo mio profondo sentimento.
Spero la Sua Signora stia bene e La prego di ricordarmi a Lei.
Io lavoro sempre molto, e vorrei mi si presentasse l'occasione di poter lavorare un po' per Lei.
Le stringo forte la mano
Emanuele Parodi

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Genova, 14.9.24 (27?)

Carissimo Amico
Infinite grazie per la Sua bella e buona lettera. E' sempre per me una sensazione dolcissima il rievocare le circostanze del nostro primo incontro. Non importa se esso è collegato ad un episodio doloroso. La Sua bella anima ne scaturisce sempre nella sua magnanime, generosa, nobile bontà, e sempre più io mi sento a Lei avvinto.
Grande è per questo il mio desiderio di rivederLa, e di accettare il Suo gentile invito, ma Lei non vorrà punirmi se non riuscirò a soddisfarlo.
Non è detto ancora che io non accontenti me e Lei, ma sinora non vedo la possibilità di riuscirvi. Certo sarebbe anche più interessante di profittare della permanenza della Sua famiglia a Silvi.
Insomma io devo e voglio fare il possibile, e chissà non sia tanto fortunato da riuscire.
Frattanto Le rinnovo le mie grazie per il Suo così cordiale e sincero invito, e Le stringo tanto e forte la Sua mano amica.
Emanuele Parodi

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Genova 25-9-24

Carissimo Amico
Ho atteso fino all'ultimo, sempre sperando, ma ormai non vi è più scampo! Siamo alla fine del mese, ed io non posso assolutamente spingermi fino a Lei.
Ho fatto piani su piani: è inutile, non ne ho il tempo! E così non mi resta che rimettermi alla Sua bontà, e so per esperienza che non Le manca, per essere scusato. E son certo che lo sarò.
Chissà che la sorte non mi arrida in seguito, perché il desiderio di rivederLa è per lo meno altrettanto vivo quanto il Suo.
Malgrado tutto, quindi, io Le dico ancora, arrivederci.
Emanuele Parodi

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Genova 27.XII.24

Carissimo Amico
La ringrazio della Sua buona memoria della quale non dubitava.
In ogni lieta evenienza della vita, io me La trovo sempre a fianco, e più stretto mi sarebbe ancora se questa evenienza fosse invece triste.
Che il nuovo anno Le sia propizio di ogni soddisfazione, caro amico buono, e che io possa avere la soddisfazione di provarLe quale grata amicizia sincera provo per Lei.
I miei omaggi affettuosi alla Sua Signora.
Le stringo forte la mano.
Emanuele Parodi

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Genova 26 Agosto 1925.


Carissimo amico,
Alle brevi linee da Misurina, donde sono ritornato da diversi giorni, faccio seguire questa più diffusa risposta.
Ai primi della prossima settimana io devo andare a Roma, e chi sa non sia la volta che io mi decido ad adempiere a quel simpaticissimo dovere che è la visita a Lei, da tanto tempo richiestami e da me mai soddisfatta.
Io verrò solo perché la mia famiglia si trova ancora ai monti.
Non ricordo più che cosa Le abbia scritto per il Suo raccomandato diciottenne. Non capisco bene se egli vorrebbe contemporaneamente agli studi avere occupazione: questa è cosa che qui risulterebbe piuttosto difficile perché un'occupazione di qualche ora non si trova, mentre viceversa gli studi di quella natura sono severi e profondi e hanno bisogno di tutta l'applicazione personale dello studente. Non so come egli potrebbe prodigarsi a fare le due cose insieme. Quando questa parte sarà chiarita potrò risponderLe con maggiore precisione e tentare di esserLe utile, ciò che farei con entusiasmo.
Le auguro di tutto cuore buon divertimento e buona salute durante la Sua licenza, e nella speranza di rivederLa, le mando una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

P.S. Molto probabilmente io sarò a Roma all'Hotel Excelsior il giorno 31 corr.

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Genova 25.X.26

Carissimo Amico
Come cittadino mi spiace il Suo ritiro dal servizio, perché la Patria perde un servitore raro per coscienza valore e attitudini, ma come Suo amico io ne sono invece lieto perché la Sua decisione corona certo un Suo sogno, e degno sogno.
Però, immaginare quanto sarei lieto di poterLa rivedere qui, andarci a risedere insieme al Risorante De Ferrari...
No, questa volta Lei mi farebbe certo l'onore di venire a casa mia, ove, ad eccezione di quella volta sempre ha regnato la pace e l'affetto felice...
Quando si deciderà a svolgere la Sua iniziativa commerciale, si ricorderà di me perché La coadiuvi in quel poco che posso!
Anche per Suo Nipote, di cui sento con piacere le buone notizie, si ricordi che io sono a Sua disposizione.
I miei omaggi alla Sua Signora. Con affetto.
Emanuele Parodi

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Genova 29.XII.26

Carissimo Amico
Ho letto con grande interesse la Sua lettera del 19.
Sono entusiasta del Suo programma nel quale mi auguro abbia a perseverare. Esso le darà grandi soddisfazioni, mentre non potrà turbare la Sua tranquilla sana attività.
Inoltre Lei ha il vantaggio di rimanere nella sua terra, aspirazione che per tanti resta insoddisfatta!
Anche a Lei ed alla Sua Signora per parte di noi tutti buon anno, ed ogni felicità.
Emanuele Parodi

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Genova 28 Maggio 28, VI.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 22 corr. e vedo dunque che il Suo divisamento di staccarsi dal servizio è ormai un fatto. Le auguro cha anche in questo nuovo campo di attività Lei possa esplicare tutte le Sue doti ed avere le maggiori soddisfazioni.
Bisogna proprio che io mi decida a venirLa a trovare. Lei ricorderà però che già una volta avevo stabilito di farlo, e poi me ne mancò il tempo, anche perché il viaggio è veramente lungo. Ma, senza assumere formale impegno, per non fare ancora altra brutta figura, Le confermo però il mio vivo desiderio di vederLa e di corrispondere alla Sua affettuosa e sincera gentilezza. D'altra parte io avrei sommo piacere di rivedere in viso l'uomo che mi ha trattato così nobilmente, in momenti in cui per la maggior parte io era un appestato.
Se nella Sua nuova vita io potessi in qualche cosa esserLe utile, Lei sa bene che non mi deve dimenticare, e sa anche che mi farà un piacere se mi porgerà tale occasione.
Gradisca un'affettuosa e cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova, 10 Settembre 1928, VI

Carissimo Amico,
Finalmente Lei mi chiede qualche cosa, e può quindi immaginare con quale impegno io cercherò di accontentarLa.
Avrei però bisogno di un po' di tempo, perché se io parlo di questa faccenda al direttore locale, egli mi risponderà che nulla ne sa, come è vero, ed occorre invece che la cosa sia trattata alla Direzione centrale di Milano, ove io vado di tanto in tanto, senza poter precisare il giorno.
Devo dirLe, così a prima impressione, che certi voltafaccia delle banche non si spiegano, molto, ma non sono per questo meno frequenti. Basta un'ombra, basta una maldicenza, banta un'informazione errata, basta forse anche talvolta un momento di malumore del funzionario che deve decidere.
La cosa mi sembra poi anche complicata per il fatto che vedo la relazione dei Suoi fratelli era piuttosto col Banco Abruzzese che col Credito Italiano. Io spero però di poter chiarire la faccenda, e di poterLe dare soddisfacenti informazioni entro uno spazio di tempo relativamente breve.
E' inutile Le dica che Lei ha fatto benissimo a scrivermi e che io sarò felice, veramente felice, se potrò in questa occasione provarLe quanto volentieri mi occuperò di Lei e di ciò che La riguarda.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi

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Genova 26 Settembre 1928, VI.

Carissimo Amico,
La pratica che interessa Lei, e quindi anche me, subirà un ritardo, che Le viene spiegato dalla lettera che Le accludo, e che favorirà ritornarmi.
Avevo scritto prima al Comm. Stoffel, Direttore Centrale del Credito Italiano, perché istruisse una pratica e potesse poi riferirmi quando io sarei andato a parlargliene di persona.
Appena possibile Le dirò il risultato.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano
Emanuele Parodi

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Genova 15 Ottobre 1928, VI.

Carissimo Amico,
Purtroppo non posso dirLe ancora niente riguardo alla pratica che Le interessa, mentre La ringrazio di quanto mi ha scritto con la sua del 29 scorso, che mi chiarisce anche meglio la situazione.
Io avevo dunque aspettato ad occuparmi di questa faccenda avantieri sabato, giorno in cui era convocato il Consiglio di Amministrazione del Credito Italiano, e quando sapevo quindi che avrei certamente incontrato il Direttore centrale sig. Stoffel.
Senonché, pur avendomi egli assicurato che io avrei avuto ogni notizia e ogni soddisfazione, si è dimostrato dolente di non potermi riferire ancora, perché la pratica non dipende dalla Centrale, bensì da Roma, ove egli ha scritto e donde ancora non gli sono pervenuti i dettagli sufficienti per dare a me le dovute spiegazioni.
Lei abbia quindi pazienza ancora un poco, certo io tornerò a Milano nei prossimi quindici giorni, e siamo già intesi col suddetto Signore che entro tale epoca egli sarà in grado di riferirmi.
Nei prossimi tempi si rende meno difficile una mia visita a Lei, perché io vado a poco per volta ritirandomi dagli affari, e certo una delle prime soddisfazioni che mi prenderò quando avrò maggiore tempo disponibile, sarà quella di venire a stringere quella mano nobile e leale che non dimenticherò mai.
Gradisca i miei saluti più affettuosi.
Emanuele Parodi

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Genova 21 Novembre 1928, VI.

Carissimo Amico,
Non Le faccio il torto di supporre che Lei mi creda capace di avere dimenticato il Suo desiderio: d'altra parte ciò che succede giustificherebbe anche troppo tale Sua supposizione.
Ora io voglio soltanto avvertirLa che la Sua pratica è tutt'altro che da me dimenticata: che essa è anzi arrivata a una soluzione, perché l'ultima volta che fui a Milano, circa 15 giorni fa, e che visitai espressamente il direttore centrale Sig. Stoffel, egli si mostrò spiacente, essendo sabato inglese, di non potermi mostrare le lettere scambiate e la lettere definitiva avuta, perché i suoi impiegati erano assenti.
Da allora in poi non ho più avuto occasione di tornare colà, ciò che sarà però alla fine di questo mese. In allora sono certo di leggere coi miei occhi quanto sarà stato concretato, e che mi riservo di riferirLe fedelmente.
Naturalmente se vedrò che l'ingiustizia permanga, tenterò di intervenire personalmente, onde alla stessa sia riparato.
Gradisca una cordiale e affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 1 Dicembre 1928, VII.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua lettera del 26 u.s. e alla stessa ne ho risposto subito perché sapevo che prossimamente avrei finalmente potuto sciogliere la mia promessa e arrivare a una conclusione.
Sono dunque stato ieri a Milano, ho parlato col Direttore Generale e ho visto finalmente la risposta di Chieti, dalla quale risulta che non per malevoli insinuazioni, ma per minore fiducia nella qualità del portafoglio si era decisa la restrizione del fido. Al che io ho energicamente opposta la convinzione di informazioni errate e superficiali, e ho insistito perché alla Casa dei Suoi fratelli venisse data la soddisfazione che meritano.
Ho il piacere di dirLe che questo ho ottenuto, e che giovedì avrò a Roma un altro ed ultimo colloquio col direttore del Credito Italiano in quella città, poiché sarà lui che dovrà applicare le decisioni della Centrale, che già gli sono state scritte.
L'ho fatto aspettare un po' troppo caro amico, ma questo è dipeso in gran parte dal fatto che le pratiche relative si svolgevano in centro da me lontano.
Se qualche inconveniente intervenisse, sarà mia premura di scriverLe: in caso diverso il mio silenzio Le servirà di conferma a quanto oggi Le scrivo, ed i Suoi fratelli non tarderanno perciò ad esperimentarne le favorevoli conseguenze.
Quanto a ciò che è toccato a Lei, non bisogna che me ne impressioni, perché commercialmente sono queste vicende più che comuni: e le banche sono destinate a commettere spesso degli errori molto gravi, e mentre negano un fido modesto a chi lo merita, danno milioni a chi sperpera. Anch'esse del resto sono dirette da uomini, e noi tutti siamo fallibili.
Le ritorno la lettera dei Suoi fratelli che ho trattenuta finora, e Le mando una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 10 Dicembre 1928, VII.

Carissimo Amico,
Ricevo la Sua del 9 corr.
Sono stato a Roma venerdì 7 corr. e credevo proprio di poterLe dare finalmente la cosa che ci sta a cuore come definita. Viceversa ho avuto la disdetta di capitare colà proprio nel giorno precedente due feste, e ho trovato quindi il direttore, a cui dovevano essere pervenute le istruzioni dalla Centrale, assente da Roma.
Per regolarizzare quindi la pratica, è necessario che io me ne occupi un'ultima volta, ciò che farò fra pochi giorni (otto o dieci) quando tornerò ancora colà, e certamente troverò il direttore.
La ringrazio molto delle Sue buone espressioni, che pur essendo ripetute non mi fanno per questo minor piacere, sapendo da quale perla di gentiluomo esse provengono.
Essendosi ormai rallentato il mio lavoro, perché i miei figli subentrano ora nella direzione quasi generale dei miei affari, credo sia venuta la volta in cui profitterò davvero della Sua bontà e dei Suoi allettanti ripetuti inviti. A suo tempo manterrò la parola con grande entusiasmo.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova, 13 Maggio 1929, VII

Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 5 corr. e nel frattempo ho avuto pure la visita del Suo simpatico nipote, che sono stato molto lieto di conoscere, e che porta sul viso l'impronta dell'onestà e della bontà, che credo prerogative principali del nome Adamoli.
La ringrazio di quanto mi dice riguardo alla mia futura visita, e naturalmente non oserò rifiutare la Sua ospitalità, sperando di darLe poco disturbo.
Pur riconfermandoLe che le mie occupazioni sono molto minori di quanto ebbi la fortuna di conoscerLa, tuttavia esse non mi permettono però ancora di restare assente a mio piacimento, e quindi dovrò anche in questa occasione subire un po' la tirannia dei miei affari.
Quello che è certo è che mi pare di essere sicuro che questa volta avrò il piacere e la fortuna di rivedere sul serio il mio amico Adamoli, e mi riservo tra una diecina di giorni di riscriverLe, per stabilire insieme il giorno in cui potrei arrivare.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 15.5.29

Carissimo Amico
Ho tardato tanto a rispondere alla Sua affettuosa lettera! Ma la ho sempre avuta davanti a me sul mio tavolo. Così ogni giorno molte volte il mio pensiero correva a Lei.
Se io avessi saputo o ricordato che Lei è fra i Suoi monti non mi sarebbe passato per la mente la bislacca idea di un trasferimento!
Con vivo piacere sento delle probabilità di vederLa qui, non dimentichi di preavvisarmi, onde non capiti proprio quando io sia assente!
Lei torna alla carica colla tentazione attentissima del viaggio costà. Bisognerà che finisca coll'accontentare Lei a me col realizzo di questo bel sogno. Ci penserò seriamente fra qualche settimana. Chissà non mi decida davvero.
Omaggi alla Sua Signora, ringraziamenti e saluti cari da me e da mia moglie.
Emanuele Parodi

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Genova 28 Giugno 1929, VIII.

Carissimo Amico,
Spero avrà ricevuto la mia lettera da Salsomaggiore.
Ora Le scrivo per un favore, che spero possa farmi.
Quale proprietario della fabbrica di motociclette Guzzi, io ho rapporti di affari in quasi tutte le città d'Italia, e spesso anche mi succede di avere ugualmente fastidi dappertutto...
Per esempio, sono stato disgraziatissimo a Chieti e provincia, avendo trovato un concessionario che ha fatto di ogni erba fascio. Per cercare di ricuperare qualche cosa, ho dovuto ricorrere a un avvocato, e mi è stato indicato il Comm. Luigi Zecca di Chieti, col quale sono in corrispondenza da molti mesi. Purtroppo non avrei potuto essere peggio servito, perché riscontro in lui, oltreché poca abilità, anche poca precisione, e mi sembra anche poca esperienza.
Naturalmente le pratiche che ho ormai a lui affidate, bisogna che egli le continui, perché non credo si troverebbe altro legale che aderirebbe a subentrare a lui. Ma siccome mi devono certamente capitare ancora altre nuove complicazioni, io penso di ricorrere per questo a un altro legale, e quindi tutto questo scritto a Lei si riassume nella domanda se Ella può indicarmi un avvocato che sia veramente raccomandabile sotto tutti gli aspetti.
Grazie, amico caro, di quanto vorrà dirmi, e accetti una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova, 10 Luglio 1929, VII.

Carissimo Amico,
La prego a scusare se ho tardato troppo a rispondere alle sue del 1. e del 3 corr. mentre avrei pur dovuto sentire il bisogno di scriverLe, almeno per riconoscenza. Sono stato diversi giorni in giro...
Infatti il Suo rimprovero è sacrosanto. Avrei dovuto ricordarmi prima della persona che ho costà, e chiedere non soltanto informazioni delle persone che si presentavano, ma più ancora proposto sulla persona da scegliere.
Anzitutto, La ringrazio delle informazioni che mi dà sull'avvocato, e dalla seconda Sua vedo che sarà bene io pensi a sostituirlo, non appena potrò farlo senza creare noia o disgustose polemiche. Attenderò quindi che egli abbia esaurito le pratiche in corso, per poi ricorrere invece all'Avv. Giustino Troilo.
Suo nipote deve essere ben gentile - e infatti tale impressione mi ha fatto - se si è subito premurato di dire tanto bene di me per le poche buone meritate parole che ho avuto occasione di indirizzargli. Mi dispiace piuttosto di non averlo più visto e di non avere quindi avuto assolutamente occasione di fare alcunché per lui.
Precisamente, il mio concessionario a Chieti era il Pompetti, oramai famigerato, perché nulla vi è di triste e di irregolare che egli non abbia commesso. Giacché Le scrivo, veda un po' Lei se potesse propormi un giovane onesto, che possieda qualche cosa e che sia sportivo, conoscendo quindi anche la motocicletta. In codesti paesi questo mezzo di locomozione è poco noto, ma sono paesi dell'avvenire, e chi potesse avere buoni elementi per introdurlo, potrebbe farsi un'ottima posizione.
Così pure La prego di farmi il favore di informarmi su EZIO DONZELLI - Via Garibaldi - Teramo, che è mio concessionario colà, e così sono soddisfatto di averLa disturbato, e Lei lo sarà di potermi essere utile.
Quanto ad avvocati, mi limito a ricordarne i nomi, e ne profitterò soltanto se e quando questo si presenterà per me utile.
Mi sarà molto caro che Lei mi avverta quando arriva a Fiuggi, perché è probabile che durante la Sua permanenza colà io possa fare un salto a Roma, per stringerLe finalmente la mano.
La ringrazio di tutto e sono
Suo aff.mo
Emanuele Parodi

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Genova 24 Luglio 1929-VII

Carissimo amico,
Ho ricevuto la Sua del 19 corr. da Silvi. Le avrei risposto subito, ma attendevo di sapere il Suo domicilio a Fiuggi. A tutt'oggi lo ignoro, ma intanto preferisco preparare la lettera scritta, per poterla poi così impostare appena mi giungerà questa informazione.
E' mia intenzione di venire a Roma, se occorre, anche esclusivamente per salutarLa, e quindi tanto più ansiosamente attendo di conoscere il Suo recapito: poscia La avviserò con uno o due giorni di preavviso quanto e dove potremo incontrarci.
La ringrazio molto delle informazioni sul Donzelli, che mi pare siano discrete. Io però ho bisogno che il nostro concessionario non rappresenti altre marche concorrenti, specialmente italiana, e bisognerà che trovi quindi presto da sostituirlo, se mi confermerà che egli rappresenta realmente non soltanto la Frera (poco temibile) ma anche la Gilera.
Mi sorprende come i Suoi fratelli abbiano invano scritto a Mandello del Lario (anche se la lettera era indirizzata a Montello, se vi era l'aggiunta "sopra Lecco" evidentemente deve essere arrivata). Sto facendo qualche indagine e le saprò dire. Frattanto non sarebbe male sapere se i Suoi fratelli avrebbero qualità, tempo e voglia per occuparsi di motociclette.
Attendo poi in Suo comodo il nome della persona che potrebbe suggerirmi per Chieti. Io sono certo che a poco per volta e con lavoro logico e costante di penetrazione, finiremo coll'avere in codesta Provincia dei numerosi sportivi, non solo, ma anche molte persone che si serviranno della motocicletta come mezzo economico e superiore di comunicazione.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Emanuele Parodi

Ricevo in questo momento la Sua lettera da Fiuggi e La ringrazio. Non avrei creduto che la Sua permanenza costà fosse così breve.
Ciò mette in pericolo il nostro incontro. Io conto infatti di venire a Roma nei primissimi giorni della prossima settimana. Anzi se Lei mi assicurasse di aspettarmi, senz'altro fisserei il giorno di Lunedì e La pregherei di venire in tale giorno all'Hotel Excelsior alle ore 12, per favorire con me a colazione, colazione che ne ricorderà ad ambedue un'altra fatta al ristorante De Ferrari in circostanze un po' diverse. Fu allora che potei conoscere ed apprezzare profondamente le squisite doti del Suo animo.
Qualunque sia la decisione Sua La prego telegrafarmi domani.
Se però Le tornasse scomodo attendermi, e Le recasse meno disturbo, sono anch'io pronto volentieri a rimandare il nostro incontro più in là in Abbruzzo.

allegato:
Hotel Excelsior
Roma

Lunedì

Carissimo Amico
Un imprevisto impedimento, mi farà ritardare 10/15 minuti. La prego molto a scusarmi
Parodi

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Genova, 6/8/29 VII

Carissimo Amico,
La ringrazio della Sua lettera ed anche da parte mia del paio d'ore così dolci e belle passate insieme a Roma.
Sì, verrò a Silvi in Settembre.
Essendo sempre più scontento dell'avv. Zecca, ho scritto oggi sotto i Suoi auspici al Nanni per affidargli qualche pratica.
Le sarò molto grato se vorrà disturbarsi a scrivere due righe all'avv. Nanni, in modo che la mia lettera non gli arrivi nuova.
Gli scrivo come Soc. Moto Guzzi.
Grazie di tante Sue buone parole - Lei è proprio un cuore d'oro.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi

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Genova, 29.8.29

Carissimo Amico
Ho la Sua cara lettera da costà, dalla quale traspira ancora una volta tutto il Suo buon cuore ed il Suo prezioso affetto per me.
Ohime! anche questa volta una delusione...
Oggi verso le 18, mentre stavo scendendo a passo rapido, come mia abitudine, una breve strada in pendenza presso S. Siro, incespicai in un ciottolo smosso: riuscii per un miracolo di agilità a non stramazzare, ma lo sforzo mi costò la distrazione del piede sinistro. Le scrivo colla gamba distesa su una seggiola, e la caviglia gonfia sotto impacco!
Non so se riuscirò a partire domani sera per Roma ove ho una riunione molto importante, ma non è assolutamente possibile che io pensi a proseguire per Silvi in questo stato. Certo passeranno molti giorni prima che io ricuperi l'uso completo della mia gamba, né io vorrei del resto presentarmi a Lei come un invalido.
E' proprio così! Io sono furibondo contro me stesso, ciò che giova poco: ma è ben stupido per parte mia rinunziare al nostro gran piacere per un incidente così banale!
Non ho bisogno di dirLe che questo ostacolo non fa che eccitare di più il mio desiderio. Fra una quindicina di giorni dovrò tornare a Roma ed è sperabile che non troverò altri ciottoli sotto i miei piedi...
Accetti le mie scuse dica alla Sua Signora di non ridere di me, e arrivederci a ben presto!
Emanuele Parodi

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Genova 10.XI.29

Mio caro amico
Sono facilmente guarito dalla mia ridicola slogatura. Non sento quasi più alcun dolore, ma resta e resterà la mia grande umiliazione.
Sono mortificatissimo di comportarmi così scortesemente di fronte a tanta Sua gentile insistenza e non so più come trovare verso me stesso una decente attenuante.
Perché oggi io dovrei veramente dirLe che vengo finalmente, ma non mi trovo in grado di prendere questa decisione.
Le assicuro che ormai non ho bisogno di spinte per sentire il desiderio di venire da Lei e spero solo che mi sia possibile di disporre dei 3 giorni necessari per farlo.
So che Lei resta a Silvi tutto questo mese: spero ancora di non essere immeritevole del Suo affetto.
Auguro intanto a Lei ed alla Sua Signora lieto soggiorno e dico loro con tutta sincerità e con ansioso desiderio: arrivederci!
Emanuele Parodi

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Genova 12 Settembre 1929, VII.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 6 corr. e La ringrazio dell'interessamento che continua a prendere per ciò che mi riguarda.
Prendo nota di quanto mi dice per la Signora Pasquale, e, pur non essendo essa sportiva, certo che coadiuvata da uno che abbia tale particolarità, potrebbe esserci utile.
Tuttavia sono ora in corrispondenza coi Suoi Signori Fratelli, e quindi ogni decisione deve essere per forza prorogata, perché se fortunatamente mi intendessi con loro, la concessione ad essi comprenderebbe anche Chieti.
Ho più che mai vivo desiderio di venirLa a trovare, ma Le confesso che aspetto ora che la temperatura sia un po' meno rovente, perché, giacché devo venire per divertirmi, preferisco che questo divertimento stia anche nel clima piacevole.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 29 Settembre 1929, VII

Gentilissimo Sig. Adamoli,
Come da Sua cortese indicazione, la Soc. Moto Guzzi si è rivolta all'Avv. Giuseppe Nanni di Chieti per alcune sue pendenze su quella piazza.
Tale avvocato ha risposto ad una prima lettera della Moto Guzzi, lasciando invece poi senza riscontro una successiva (del 28 agosto) ed un'altra del 17 corr. con la quale si sollecitavano notizie.
Le sarei molto grato se Lei potesse cortesemente informarsi presso tale avvocato dei motivi del suo silenzio e poi comunicarmeli.
La ringrazio molto e, pregandoLa a scusare, Le presento i miei migliori auguri.
Emanuele Parodi

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Genova 21.10.29

Carissimo Amico
Circa 1 mese fa Le ho scritto a Silvi, e non ebbi più Sue notizie. Non sarei potuto venire lo stesso, purtroppo , ma mi spiacerebbe però se la mia lettera non Le fosse pervenuta.
Mi tranquillizzi dunque con una cartolina. Immagino ora sarà tornato a Chieti ove io desidero sempre di venire, e mai non vengo.
Mi conservi ciò malgrado la Sua preziosa e sempre più cara amicizia.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi


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