a cura di Federico Adamoli Il podestà che salvò gli ebrei> a cura di Federico Adamoli Il podestà che salvò gli ebrei> Il podestà che salvò gli ebrei - <h4>a cura di <i>Federico Adamoli</i></h4>

a cura di Federico Adamoli


Il podestà che salvò gli ebrei


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     L'ultima considerazione, che peraltro è importante proprio perché ci fa conoscere questa storia che non si conosceva, ed è una riflessione in più circa l'uso della memoria. Come si può perdere la memoria si perde pure la storia. Questa storia non è stata conosciuta, ricordano le sorelle Cannarutto, perché la ritenevano troppo intima. In questo caso non è soltanto intima, ma diventa una storia non solo personale ma appunto collettiva, cioè di una comunità, che intanto la mostra, e più in generale una storia più grande che si può sempre comunque scrivere e riscrivere attraverso una documentazione, ma soprattutto attraverso un filtro. Ecco, vorrei inserire un argomento grande, in questa occasione. L'argomento è l'etica della memoria. Attraverso un filtro della memoria si può anche definire una linea di incivilimento, una linea di progressione materiale e morale, che ci fa sempre sperare che questo non accada più. Però bisogna stare sempre molto attenti perché non poteva e non doveva accadere ed è accaduto, e quindi può sempre accadere, come è vero che non accadrà mai più, e quindi rimanere sempre vigili e attenti rispetto a tutti i momenti, a tutti i rigurgiti d'intolleranza, di antisemitismo, mentre invece, ed è tradizione della nostra città, deve sempre prevalere quell'idea di tolleranza, di democrazia ed anche di incivilimento, che è un tratto distintivo della nostra identità, e che credo anche grazie a questo contributo possa essere rinvigorito e valorizzato. Grazie. Diamo subito la parola al dottor Vogelmann.