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Relazione manoscritta da Umberto Adamoli circa l'attività del Battaglione Finanzieri nel periodo successivo alle azioni di guerra del maggio 1916

Ripiegato in buon ordine dalle trincee di Canove la mattina alle 4 del 28 maggio, il battaglione si riuniva sul bosco di Cesuna, e precisamente sulla selletta del Lemerle, ove insieme al 205° Fanteria rimase fino al pomeriggio in attesa di ordini. Frattanto alla dipendenza di quel Comando di regg. compì un'esplorazione a Cesuna onde accertare l'avanzata del nemico. Sulle 16 venne a tutti l'ordine di movimento per la mulattiera appena tracciata allora fra i muschi e le rocce d'un bosco fitto di abeti, quasi foresta vergine, verso Pria dell'Acqua. Il regg. di Fanteria doveva portarsi al Kaberlaba, il btg. di Finanza presso Osteria di Granezza. Pernottò, continuando il tempo piovoso, nei pressi di Pria dell'Acqua all'aperto, senza tende né coperte, ché già gli zaini erano stati incendiati a Campo Rosà poco prima che il nemico vi si avanzasse.
La mattina seguente (29) alle 6 il btg. raggiunse Osteria di Granezza e dal Comando della 30. Divisione ivi da poco stabilitasi, fu avviato alla 29. Divisione la quale in quel tempo aveva sede a S. Caterina Lusiana col compito di riorganizzare quei reparti che dopo aver preso parte alla vittoriosa controffensiva nostra non si trovavano più in efficienza bellica. E il btg. poteva davvero dirsi disorganizzato. Erano truppa ed ufficiali che mancavano e al Comando da una settimana - la settimana più critica - era il Capitano della 3. Compagnia Cav. Luigi Squadrani.
La 22. Divisione nell'intento di riorganizzarlo e far tornare quanto prima il btg. in linea, lo fe' scendere a Sasso di Lusiana (presso la sorgente) e fece subito urgenti richieste di completamento e di equipaggiamento. Finiva così maggio, quando il 2 giugno la Divisione dovè salire essa stessa l'Altipiano per rincalzo nella parte orientale (Gallio).
Al btg. ancora non eran venuti né complementi né equipaggiamenti e il Comando del 14° Corpo d'Armata dal quale direttamente dipendeva ordinò intanto l'impiego del btg. in lavori di trincea in Val Chioma presso Campi di Mezza via. A tal fine ordinava il trasferimento a Conco e di lì la mattina di buon ora la nostra truppa senza nessuna direttiva da parte del Genio ma al solo Comando dei propri ufficiali tracciava la trincea di Val Chioma di contro a Cima Eccar fino ad Osteria del Puffele. Non è compito di questa relazione dire i pregi di quel lavoro: basti solo sapere che due ufficiali del Genio giunti qualche giorno dopo per la direzione dei lavori, non solo semplicemente approvarono, ma encomiarono l'iniziata trincea, la quale anche in seguito non fu corretta in alcun punto. Un avvenimento importante, benché doloroso, pel btg. a Conco fu il passaggio del personale di truppa richiamato e trattenuto ai tre btg.ni Alpini "Sette Comuni", "Argentera" e "Bassano" allora operanti sulla parte orientale più montuosa dell'Altipiano (cima 11 e cima 12).
Tale disposizione tanto fulminea, altrettanto spiacevole per tutti, giunse il 4 luglio e al mattino del 5 oltre 200 uomini erano avviati a Primolano per essere uniti ai tre suddetti battaglioni alpini. La forza normale di 750, già diminuita di oltre un centinaio nella settimana 20-27 maggio, veniva così la mattina del 6 luglio a raggiungere appena il numero di 400.
Il 15 luglio, essendo il 14° Corpo d'Armata sostituito dal 24° si ordinava il trasferimento a Piazza di Lusiana coll'incarico di mandare la truppa a raccogliere materiale sul campo di battaglia presso Asiago.
Il servizio venne per quei pochi giorni disimpegnato benevolmente tantoché non mancarono encomi per il btg. nell'ordine del giorno di quel comando. Occorrendo personale di fiducia alla 30. Divisione il Corpo d'Armata disponeva che il btg. passasse a dipendere direttamente da quella, per cui fu subito ordinato il trasferimento da Piazza ad Osteria di Granezza.
E' degno di speciale menzione la commemorazione funebre dei propri gloriosi caduti che ad iniziativa del Cappellano, di pieno accordo col Comandante Sig. Squadrani, si compì prima di salire a Granezza. Perché grata memoria si esternasse e quasi a compimento di tutto il tempo trascorso in cui il btg. aveva operato da truppa alpina quale btg. di frontiera, il Cappellano fe' stampare su cartoncino di circostanza un'adatta iscrizione distribuendone ai presenti una copia.
E' la Granezza una piccola valle che s'apre appena passato il m. Corno, il quale chiude la vista della pianura veneta a quelli dell'Altipiano di Asiago. Quella valletta fitta di abeti e faggi come lo sono i colli entro cui si racchiude, viene a trovarsi come alle pendici di una serie di colline disposte in una forma semicircolare, che sotto i nomi di Lemerle, S. Sisto, Kaberlaba, Sprunek, Eccar, Col del Rosso... formano la cosiddetta cortina dinanzi al vero Altipiano e al suo capoluogo.
L'altezza varia dal 1300 a 1350 metri, superiore, come si vede, all'altezza dei Sette Comuni. Non esistevano allora baracche: la sola osteria adibita pel Comando della 30. Divisione: la strada era da poco tracciata: ferveva il lavoro più intenso per i servizi logistici, ché appena trenta giorni prima il Lemerle era stato teatro della nostra vittoriosa controffensiva.
La mattina del 30 luglio il btg. si accampava presso Casera Pecca ad un km. dall'Osteria sulla destra della strada, allora in costruzione per Pria dell'Acqua.
L'attendamento del bosco, come poi diremo, si cambiò in accantonamento ed è ben descritto dalla pianta annessa. Il dì seguente la 30. Divisione ordinava che una Compagnia intera si portasse a Bivio Boscon, a circa 6 km. di lì, ai piedi del Lemerle, ed ivi tenesse il Comando di Tappa da poco istituito. Venne scelta la 1. e poiché non era che metà del suo organico, fu sciolta la 3. che servì così a completare la 1. e la 2.. A datare da quel giorno 31 luglio il btg. contò due compagnie: la 1. a Boscon e la 2. a Pecca col comando di btg. e contemporaneamente perdeva la sua gloriosa qualità di btg. di Frontiera, divenendo per nuova disposizione del Comando G.le di Finanza, btg. di costiera, o semplicemente, come ad altri piacque, battaglione al quale, come per completare la forza, si sarebbero aggiunte, entro la prima metà di agosto, due compagnie 27. e 28. del 9° btg. Che in quel tempo si sarebbe sciolto, già ridotto prima a 2 compagnie completate dalla 26. sciolta collo stesso criterio, col quale al 1. era stata sciolta la 3.
Le due comp. avute dal 9° btg. erano dislocate tra Campiello e Cesuna, e a comandare il btg. così ricostituito venne mandato lo stesso Maggiore del 9° Cav. Mantegazzini.
Mentre a Bivio Boscon la 1. comp. alla dipendenza del Capitano Meucci, validamente coadiuvato dai Tenente Sig. Adamoli e sig. Stico trasformava quel luogo paludoso e orridamente sconvolto in ameno accantonamento mediante ridenti viali e graziose baracche con tronchi di alberi divelti furiosamente dalle spianate e dalle mitraglie durante l'aspra lotta del giugno sul Lemerle; la 2. sotto l'iniziativa del Maggiore e del Capitano Squadrani coadiuvati dal Ten. Viale e D'Esposito nonché dal s. brig. Zappatore Vinci, dissodava e rendeva accantonamento con quella proprietà che tuttora da tutti si ammira, la porzione del bosco di Casena Pecca, in cui si era attendato.
Il lavoro paziente e disagiato si compiva con scarsi mezzi e con più scarso personale avendo dovuto mettere a disposizione della Divisione oltre 2/3 della sua forza, distribuiti per sorvegliare la distribuzione dell'acqua, per fare il servizio delicato di corrispondenza in numerosi posti da S. Giacomo di Lupiana a Turcio per Campo Rossignolo e per Granezza a S. Sisto; e per coadiuvare in numerosi drappelli il servizio di vigilanza insieme ai RR.DD. Divisionali.
Nonostante tutto, l'accantonamento fu ultimato prima del Novembre e delle numerose baracche di cui consta, solo tre - la 6. la 14. e la 15. - vennero somministrate dal Genio Divisionale; tutte le altre furon costruite interamente dalla buona volontà di quei pochi uomini rimasti i quali lavorarono pazientemente tronchi d'albero qua e là raccolto, aggiungendovi poi a poco a poco le lamiere di zinco, a stento talora, prelevate dal magazzino del Genio. Ciò che merita far risaltare sono le precisione e la compitezza dell'accantonamento con stradicciuole selciate ed abitazioni igieniche da far dimenticare i disagi della guerra. La pianta annessa ne offre un'idea abbastanza chiara.
Attirò l'attenzione di tutti, e lo stesso Comand.te la 30. Divisione Sig. Generale Trallori quando in febbraio ebbe occasione di visitarlo minutamente non aveva parole da lodare abbastanza, tantoché il giorno successivo a quello della visita, volle inviare un elogio scritto e firmato al Comando del btg.
Ed i lavori non furono soltanto belli a vedere, ma si mostrarono stabili, resistenti ad intemperie non comuni.
Quantunque la neve abbondantissima - per i quattro mesi di dicembre, gennaio, febbraio, marzo, oltre i tre metri - non si ebbe a verificare il minimo incidente.
Giustamente quando il btg. lasciò l'Altipiano - 14 giugno 1917 - fu superbo di lasciarvi una traccia di sé: che se nello scorso inverno tale traccia non fu di sangue, fu però di lavoro, di sudore, di lunghe attese con un clima rigido disceso fin 30° sotto zero; ed è doveroso ricordare che è opera altamente benemerita contriibuire ad alleviare i disagi della guerra alle truppe direttamente operanti; e il btg. vi ha largamente contribuito lasciando in bell'ordine l'accantonamento del bosco di Casera Pecca che aveva con molto sudore preparato e con rara affezione custodito.

Domodossola, luglio 1917


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