Umberto Adamoli
FAMIGLIE STRINA-ADAMOLI. DA COMO AD AQUILA


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     Quella madre si trovava, in tal modo, sola dinanzi all'avvenire suo e dei quattro figli, avendo ritirato dall'Aquila anche Gelasio, che vi studiava.
     Determinazione lodevole, da forte donna, ma quella madre s'assumeva, con quell'atto, una penosa responsabilità. I mezzi finanziari, per il sostegno della famiglia, derivavano principalmente da quell'industria: industri che richiedeva, perché rendesse e prosperasse, continua oculata vigilanza, capacità, molta attività.
     Essa, invece, per la sua nascita e per la sua educazione, nessuna pratica aveva per gli affari, forse nessuna attitudine. Piccoli erano i figli. Prima di addivenire, ad ogni modo, a modificazioni, voleva trarre consiglio da un pratico esperimento. Sperava di trovare adeguata cooperazione nel figlio Gelasio, ormai di quindici anni, bene sviluppato, intelligente, e nei capi operai.

     Vane speranze. Non tardava ad accorgersi che per l'egoismo, che sempre guasta l'umana natura, ognuno cercava di trarre, dalla sua inesperienza, i migliori profitti.
     Anche il figlio Gelasio deludeva. Non dimostrava, certo anche per l'età, soverchia comprensione e serietà. Spesso, come insofferente di quella vita, s'allontanava. Spesso, mentre i magli battevano, con un berrettino rosso in testa, lo si vedeva saltare i fossi, attraverso il fiume, arrampicarsi su per i dirupi. Ricercava per la verde valle, per i poggi, per le campagne, le belle ragazze, prendendo parte alle loro feste, ai loro canti, ai loro balli. Era un ragazzo simpaticissimo, ovunque bene accetto e vezzeggiato.


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Umberto