Umberto Adamoli
FAMIGLIE STRINA-ADAMOLI. DA COMO AD AQUILA


Pagina 24
1-5- 10-15- 20-25- 30-35

[Indice]

     Si rivedeva a Tempera, sulle rive del poetico Vera, dalle acque chiare e tranquille, sorvolata dalle tenue libellule, e riviveva nell'incontro, con la gentile donna, fata benefica e conforto della sua vita solitaria, gioia e luce della sua nuova famiglia. Ma riviveva anche nella nuova pericolosa operositą, nelle nuove angustie politiche, verso le quali si era sentito irresistibilmente attratto dall'amore verso la tormentata spezzettata patria.
     Gli si rifaceva alla mente la nuova fuga, resa difficile dalla neve, che copriva i monti, e il soggiorno, quasi tranquillo, di Tossicia, e il trasferimento sulle rive del Tordino, ove contava di dare nuova agiatezza alla famiglia, uno stato pił elevato ai cari figli.
     Se ne andava, invece, quando non era che a metą, nel suo cammino terreno, e non erano stati compiuti che in parte i santi doveri verso la famiglia, la societą, la patria. Quella patria sempre bella, maggiormente amata nelle sue sventure, che proprio in quei giorni, con eroiche gesta, stava per spezzare le catene della sua lunga, penosa schiavitł; stava per sciogliere le campane al suono della conquistata libertą ed unitą.

     Se ne andava senza aver potuto rivedere, almeno ancora per una volta ancora, i suoi monti, la verde vallata, il lago, il dolce luogo natio; senza aver potuto riabbracciare, per una sola volta ancora, gli amici di lassł, i parenti, la cara dolce madre.
     Se ne andava davvero il nobile mite Giuseppe, in una serena giornata di giugno, dopo aver confortato, con elevate affettuose parole, colei che gli era stata sempre vicina, che aveva con lui diviso le ansie pił vive, le gioie pił pure. Tramontava dopo aver parlato agli addolorati figliuoli, che ne circondavano il letto, sull'adempimento di quei doveri, che rendono, anche nelle vicissitudini e nella sua brevitą, bella e benedetta la vita.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto