Umberto Adamoli
IL BIMBO DI ORIA
(Dramma in due tempi)


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     (A questo punto s'ode un canto in coro. I tre rimangono in ascolto. Dopo)

     ERIO - Così è per tutti, anche per il popolo. Il popolo, però, non s'affanna in vane ricerche, non si tormenta in vane elucubrazioni, quantunque oggi, con i tanti problemi sociali, discussi in tutti i modi, non è più il popolo di una volta.

     TINO - E' vero. Anche in questa vallata non mancano a guastargli il cervello e il cuore, con falsi miraggi, i falsi demagoghi. Non si ha più rispetto, neppure qui, di quegli uomini e di quei valori spirituali ed intellettuali che davano una volta davvero valore alla vita.



     SCENA TERZA

     GIUSEPPINA - (che rientra dopo un breve allontanamento) C'è di là la Pina. La ricorda?

     ERIO - Pina... Quella...

     GIUSEPPINA - Sì, quella che veniva a trovarla in montagna.


     ERIO - Ricordo anche lei con le sue esuberanze. La faccia entrare, senza dirle che ci sono io.

     GIUSEPPINA - Pina, vieni, vieni.

     PINA - (una donna avanti negli anni, ma robusta, entrando) Buona sera scior Segretari.

     TINO - Buona sera.

     (Mentre Pina va a sedere vicina a Giusepttina a parte, gli altri due parlano sottovoce).

     GIUSEPPINA - Povera Pina. Sempre al lavoro.

     PINA - E' il mio destino. Debbo lavorare come quando ero giovane.

     GIUSEPPINA - Povera Pina davvero. Ma anch'io, come vedi, debbo lavorare. La fortuna non è stata troppo benigna con noi. Pazienza. Dimmi Pina: molte cose ricorderai del passato, non è vero?

     PINA - E sì, tante cose piacevoli e spiacevoli. Si sa, quando si è giovani, con il sangue che bolle, con il cuore che palpita, s'intessono avventure che lasciano nel cuore tracce profonde.


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Umberto