Se mi salvo la vita è un caso .
Diario di Guerra di Antonio Adamoli (1916-1918)

a cura di Federico Adamoli


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     Determinato da un complesso di fattori, quali la disciplina severa, l'arroganza degli ufficiali, la sensazione di inutilità del sacrificio, la durissima vita di trincea, i mancati cambi nei turni, la mancata distribuzione dei viveri (alcuni di questi aspetti si ritrovano in questo stesso diario) questo desiderio sfociava in episodi di insubordinazione individuale e collettiva, (2) che non mancarono anche tra gli ufficiali, soprattutto quando le azioni venivano ritenute inutili, perché destinate a fallire a causa di una evidente inferiorità numerica o di una palese inadeguatezza di tipo tattico, con ulteriore ed inutile spargimento di sangue tra le truppe.
      Non mancarono veri e propri ammutinamenti, con tumulti, grida contro la guerra, aggressioni agli ufficiali, che indussero le autorità militari a prendere provvedimenti severissimi, per tentare di arginare il fenomeno. Le stesse diserzioni rappresentarono un fenomeno di una certa rilevanza. (3) Tra i vari episodi di ammutinamento il più grave fu quello verificatosi tra i soldati della brigata Catanzaro a Redipuglia nel luglio 1917: i tumulti causarono la morte di due ufficiali e si conclusero solo dopo diverse ore, quando le truppe ammutinate furono circondate, secondo quanto riportato negli Atti della rivolta di Catanzaro, «dagli squadroni di cavalleria, automitragliatrici e autocannoni». La rivolta portò alla fucilazione sommaria, senza processo, di 28 soldati, a poche ore dal termine dei tumulti.

(2) Come accennato nella premessa, tanti soldati furono sostenuti nella vita di guerra dai valori tipici della cultura contadina, le cui comunità si reggevano sulla subordinazione all'autorità della famiglia: “Fu la mancanza di rispetto per questi valori a provocare l’abbandono di comportamenti ispirati a obbedienza e rassegnazione, che derivavano dall’accettazione dell’autorità”. (I disobbedienti della grande guerra, citato).

(3) Si veda al riguardo il saggio citato I disobbedienti nella grande guerra.