Lettere della Guerra dall'epistolario di famiglia

Dal 25 luglio 1943 alla liberazione, lettere di civili e militari

a cura di Federico Adamoli



08/03/1945, famiglia Vezzola, Padenghe

      Padenghe 8/3 45
      
      Dilettissimi Bordei! (?)
      La tanto cara e graditissima lettera ci giunse con 14 giorni di ritardo. Ci credevamo ormai dimenticati e non potevamo rassegnarci. La Vostra casa ci ha confortati e Vi ringraziamo infinitamente. Abbiamo consegnato un biglietto a Daidoni che speriamo Vi sarà pervenuta senz'altro. Sentiamo sempre la Vostra mancanza.... parliamo sempre e volentieri di Voi che col Vostro carattere buono e allegro ci avete resa meno pesante la vita.
      Ora che mancate Voi non ridiamo mai. Ieri la Valeria, matita alla mano e libro sotto il braccio, tornò dalla spesa col mio malcontento, avendone scorta una di grosse sulla scrivania – che per la sua forma e altezza sembrava una sfinge. La Valeria la contemplò a lungo credendosi trasportata nel mondo dei sogni. Fortunata fanciulla! E' sola a te (?) che tocca tanta grazia di Dio! Non poteva essere che il calibro della figlia di Giacomazzo! Sappiate miei cari che la spesa di Padenghe è divenuta così celebre che Domenica il Parroco predicò dal pulpito... non le sfingi ma i calibri e... un'altra cosa ancora che nell'oscurità vi albergano. Del resto nessun'altra novità. Le persone amiche che Vi conobbero mi chiedono di Voi e c'incaricano di salutarvi tanto. Qui abbiamo ancora il Tenente Nobile ed un ufficiale tedesco. Vi preghiamo di darci presto Vostre notizie che ci giungeranno molto gradite. Vi preghiamo di gradire i nostri più affettuosi saluti.
      Famiglia Vezzola