Lettere della Guerra dall'epistolario di famiglia

Dal 25 luglio 1943 alla liberazione, lettere di civili e militari

a cura di Federico Adamoli



06/03/1944, Augusta Rizzacasa, Chieti

      Carissimi zii [Umberto e Clarice],
      con gioia ebbi il vostro saluto affettuoso e vi ringrazio immensamente del gentile invito nella vostra ospitale casa. Dai nostri compaesani avrete appreso tutte le nostre sventure e sarete quindi consapevoli delle misere condizioni in cui siamo ridotti, moralmente e materialmente.
      E' tanto triste andare raminghi per il mondo dopo aver perduto casa e beni! Papà mamma e Massimina dopo una permanenza a Chieti di un mese e poco più, si sono recati a Roma, ove, almeno, hanno ancora da salvare i mobili e la biancheria. Zia Maria e zio Angelo, contemporaneamente a loro, si sono recati all'Aquila nella nostra casa.
      Io, con mio marito, mia suocera, e le bambine, siamo rimasti qui sempre sperando di poter trovarci dall'altra parte del fronte se non altro per non andare sempre avanti e per poter tornare in Orsogna non appena sarà libera.
      Non speriamo di poter ritrovare la nostra casa, la farmacia e tutto quanto avevamo, ma desideriamo soltanto di poter ricominciare a vivere e ricostruire il nostro nido. Mio marito ha un fratello a Napoli e desidererebbe riunirsi a lui. Giovanni era a Taranto l'8 settembre scorso e non sappiamo più nulla di lui da quell'epoca.
      Se Chieti dovrà sfollare, e non ci sarà più possibile tirare avanti qui, allora verremo senz'altro costì se non per fermarci a lungo, almeno per godere, sia pure per qualche giorno, la vostra cara compagnia, e rivivere insieme a voi i giorni felici trascorsi a Silvi. Quello che ci assilla ogni giorno, qui, è il problema alimentare. La vita si rende ogni giorno più difficile. Anzi a questo proposito dovrei pregarvi di un grande favore. Se a voi non riesce di fastidio e di troppo incomodo procurarci uno o due litri di olio (scomparso qui da molto tempo) e un po' di zucchero vi saremo gratissimi se ce lo poteste fare avere a mezzo degli automezzi che fanno servizio tra Chieti e Teramo. Ci farete conoscere il prezzo di tutto e poi con la stessa occasione vi rimborseremo. Come pure se così si trovasse un po' di grasso di maiale sarebbe una vera manna per noi. Capisco che chiedo troppo da voi e non avevo il coraggio di osare tanto, ma sono stata spinta a ciò proprio dal timore di restare sprovvista di tutto specie con una bambina che ha sempre tanta fame. Vi chiedo infinite scuse e se non potrete trovar nulla vi sarò ugualmente grata. Tante cose care ad Irma e per voi un forte abbraccio che vi dica la mia simpatia e il mio costante affetto. Da mio marito saluti affettuosi.
      vostra Augusta [Rizzacasa]