Lettere della Guerra dall'epistolario di famiglia

Dal 25 luglio 1943 alla liberazione, lettere di civili e militari

a cura di Federico Adamoli



04/11/1943, Giuseppe Cameli, Roma

      Roma, 4/11/943
      
      Carissimo Umberto,
      due righe di volo per aver tempo di affidare la presente ad un viaggiatore di fortuna.
      Per il tramite del Dott. Vincenzo Tedeschini di Silvi che come sai è impiegato qui in Roma presso gli Uffici della Banca d'Italia, ho appena il tempo di far consegnare questa mia ad altro impiegato della stessa Banca che per ragioni speciali di servizio deve assolvere l'incarico di recarsi a Teramo.
      Innanzi tutto, però, salutami e ricordami alla mia sorella Clarice che da tanto tempo non vedo e che ardo dal desiderio di riabbracciare insieme a te e ai miei fratelli che sono costì.
      Vorrai ricordarmi anche e salutare tanto la signorina Irmina.
      Tempo fa, la mia Maria, cioè mia moglie, stette per un breve periodo di tempo a Teramo, insieme con mia figlia Miranda, il di lei bimbo Giorgio e il mio genero Dante Colatriani.
      Di costoro io ho perdute le traccie. Costì si trattennero in casa di Umberto Cavoni impiegato telegrafico e a quell'indirizzo inviai in raccomandata un assegno non girabile della Banca d'Italia, di £. 1.500.- intestato a Maria Cameli. Seppi che proprio in quel momento i miei dovettero allontanarsi da Teramo a causa del bombardamento ed emigrare in varie località: Ponte al Vomano, Penna S. Andrea, Atri città. Ebbi da lì una cartolina postale che mi diceva di scrivere colà fermo posta. Ma improvvise interruzioni di trasporti e cessazione dell'invio corrispondenza di qualsiasi genere m'impedirono di far loro pervenire un mio scritto.
      Mi accorgo ora di aver commesso l'errore di non averli fatti tornare per tempo a Roma che come sede centrale della Cristianità era da preferirsi.
      Se trovi il modo di rintracciarli, ti prego di dar loro una parola di conforto, qualche consiglio, di essere forti e impassibili davanti a qualunque evenienza. Se hai modo, devi dire questa parola specialmente per Miranda che essendo assai attaccato al figliolo, potrebbe, senza volerlo, emettere qualche grido di spavento ciò che potrebbe essere pericolosissimo. Auguriamo che tutto ciò non avvenga e che il diavolo non sia poi così brutto come si dipinge. Ma il momento cruciale verrà e quando scoccherà l'ora X con la partenza dei tedeschi e l'arrivo degli inglesi e americani, occorrerà sovraccaricarsi di forza d'animo e della massima serenità.
      Perdonami il grande fastidio.
      Addio, caro Umberto, ti ringrazio di quanto ti sarà possibile di fare.
      Ti abbraccio a lungo
      Tuo aff.mo
      Giuseppe Cameli
      Via Savoia, 72
      Roma