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Noi, gli Adamoli, teramani dal 1842 e oggi... sul web
nasce il sito internet dedicato ad una famiglia che ha attraversato la storia della nostra città
Il numero di ottobre 2006 del mensile teramano "La Città" (sito web: www.lacittamensile.it), diretto da Antonio D'Amore, ha gentilmente ospitato un articolo di presentazione di questo sito Internet. A lui va il ringraziamento per la disponibilità dimostrata.
Quando mio padre Giovanni Adamoli lasciò la scuola da preside nel 1980, si propose di impiegare parte del suo tempo per proseguire il lavoro al quale suo zio Umberto si era dedicato circa 30 anni prima, condividendolo in parte con lui: ricostruire la storia di famiglia e perpetuarla anche tramite le memorie personali.
Purtroppo per lui il destino non gli concesse molto tempo per godersi il pensionamento, e il suo piano di lavoro, insieme alle tantissime carte e fotografie di famiglia, da egli gelosamente custodite, furono confinati per lunghi anni in uno degli scaffali di casa. Quelle carte da un certo momento destarono in me una crescente suggestione, ogni qualvolta mi trovavo a consultarle, ed assaporavo in quei frammenti le atmosfere di esistenze ormai svanite.
Fu il classico rinvenimento casuale nella cantina di casa di un voluminoso incartamento a me ignoto relativo alle esperienze della Prima Guerra Mondiale di Umberto, fratello di mio nonno, che mi spinse a sfruttare l'opportunità di pubblicare su Internet senza grossi sforzi, per me programmatore, tutti quei preziosi documenti, che si trasformavano così da inerte carta polverosa a viva testimonianza di drammatiche esperienze personali, costituendo pure una utile fonte storica.
Da quello spunto il passaggio è stato quasi naturale: ho cominciato ad esaminare e riordinare tutte le carte di famiglia, a ricostruire gli alberi genealogici, le vite delle persone più care. Soffermarsi sui tantissimi documenti e sulle centinaia di fotografie, sulle innumerevoli lettere personali significava proiettarmi ed immergermi in una dimensione sconosciuta, compiere un emozionante viaggio nel tempo e nella memoria, al punto tale da percepire quasi il respiro e la presenza delle persone care scomparse. E comprendevo pure il valore che aveva assunto quella attitudine che spinse mio nonno Federico, suo fratello Umberto e mio padre Giovanni a conservare in maniera quasi maniacale una moltitudine di carte, anche le più apparentemente insignificanti, che nei decenni si erano trasformate da vecchie cartacce a piccoli e suggestivi cimeli, e che consentivano di mantenere viva la memoria familiare.
E' nato così il mio sito di famiglia - www.adamoli.org - che racconta 'storia, personaggi e vicende' di una famiglia teramana, la famiglia Adamoli, di origine lombarda, giunta in Abruzzo nel 1842, che ha attraversato con alcuni dei suoi componenti parte della storia della nostra città. Personaggi oggi quasi dimenticati, come Umberto, scomparso nel 1962, colonnello della Guardia di Finanza, decorato della prima guerra mondiale e Podestà di Silvi e di Teramo, autore tra l'altro di "Nel turbinio d'una tempesta", cronaca dell'occupazione tedesca a Teramo. Personaggi meno sconosciuti come Gelasio, scomparso nel 1978, che lasciò Teramo appena ventenne per Genova: partigiano, primo Sindaco del capoluogo ligure e senatore comunista, che ha lasciato nei genovesi un vivissimo ricordo. Tra Umberto e il nipote Gelasio, nonostante la netta contrapposizione ideologica, esisteva un rapporto basato sulla profonda e reciproca stima, stima che traspare nella corrispondenza che i due tennero per lungo tempo. Un particolare che desta una certa sorpresa nelle lettere scritte da Gelasio allo zio è l'indicazione a fianco della data, per lui comunista, del numero romano che scandiva gli anni dell'era fascista; tuttavia lo si può ritenere un atto di deferenza nei confronti del parente, e denota anche una certa sensibilità nei confronti dell' "avversario politico"; d'altro canto in alcuni profili biografici di Gelasio viene detto che "praticamente non ha nemici" e che è "stimato dagli avversari forse più che dai compagni".
Lo stesso Umberto, ultimo podestà di Teramo, nel suo lungo impegno nella vita pubblica della città, era caratterizzato da un profondo rigore morale, godendo pure della stima dei partigiani; quando egli con l'avvento della liberazione fu tratto in arresto, il capo dei partigiani Rodomonti sottolineò categoricamente che chi avrebbe torto un solo capello al Podestà Adamoli ne avrebbe dovuto rendere contò personalmente a lui.
Tassello dopo tassello, questo sito di famiglia si è sempre più arricchito, con altra sezione dedicata a mio padre Giovanni, anch'egli impegnato nella vita pubblica, nell'insegnamento e nella dirigenza scolastica, ed anche con i contributi che sono giunti dagli Adamoli sparsi nel mondo: dalla Lombardia, fino a Londra e Buenos Aires, dove risiedono molti parenti. Sono emerse nel sito storie minime, dall'epoca risorgimentale alla Seconda Guerra Mondiale, quelle "piccole Storie che compongono la grande Storia", "che presentano da un lato i fatti realmente accaduti e dall'altro ci fanno comprendere come le grandi idee che plasmano la storia sono state vissute dagli attori anche più umili" (dott. Gerardo Miroballo, Prefazione de "I Fatti di Paganica", a cura di Fernando Rossi). Centinaia di fotografie, centinaia dei più svariati e curiosi cimeli hanno trovato spazio tra le varie pagine del sito. E nuove idee stanno maturando, come quella di collocare opportunamente altre centinaia di fotografie e le quasi 700 lettere che costituiscono l'epistolario di famiglia, che andranno a svelare il quadro di un interno familiare che copre più di un cinquantennio, sino al dopoguerra, in un periodo storico nel quale la comunicazione epistolare, oggi quasi scomparsa, costituiva lo strumento principale per trasmettere fatti e pensieri ad amici e familiari.
Federico Adamoli

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