Giuseppe Di Febo
Psicopedagogia dell'umorismo


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     Una delle difficoltà che si incontrano nel tentativo di definire l'umorismo, è rappresentata dal fatto che può essere percepito in molti modi. La capacità di creare umorismo consiste nel saper cogliere in modo originale i legami esistenti fra esseri viventi, oggetti o idee. Questa abilità, tradotta in parole o gesti, fa ridere o sorridere colui al quale la si comunica e la capacità di apprezzare l'umorismo consiste nel saper comprendere e godere della comunicazione umoristica.

1.1 Le teorie principali

     La maggior parte delle teorie esistenti sull'umorismo può essere divisa in due categorie:
     quelle che pongono l'accento sull'aspetto emozionale (come la psicoanalisi);
     quelle che accentuano l'aspetto sociale (come la teoria di Bergson e di Pirandello).
     Cominciamo con l'esempio di una storiella pubblicata nell'opera di Freud (16): il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio:
     Chamfort racconta la storia di un marchese della corte di Luigi XIV che, entrando nel boudoir della moglie e trovandola tra le braccia di un vescovo, si diresse con molta calma alla finestra e si mise a benedire la folla sottostante. "Ma che fate?" chiese la moglie angustiata. "Monsignore adempie le mie funzioni", rispose il marchese, "e io le sue".
     Come le diverse teorie spiegherebbero questa storia?

1.1.1 La teoria psicoanalitica

     Per uno psicanalista, la caratteristica essenziale della storiella è la possibilità di esprimere pulsioni sessuali e aggressive. Ambedue queste pulsioni non riescono ad esprimersi apertamente a causa dei tabù sociali. L'espressione della sessualità, come quella dell'aggressività, viene repressa, e deve quindi essere usata una certa quantità d'energia psichica per contenerla. Il motto di spirito permette alle pulsioni represse di esprimersi in modo indiretto e socialmente accettabile e il piacere che si prova corrisponde alla nostra gioia di avere eluso "la censura". Viene così risparmiata l'energia psichica che doveva servire a bloccare l'espressione delle pulsioni sessuali e aggressive. Questo "risparmio d'energia", precedentemente utilizzato a scopo inibitorio, si libera e si esteriorizza attraverso il riso. Permettendo di liberare dell'energia attraverso il riso, la storiella contribuisce a ridurre nello stesso tempo l'energia sessuale e aggressiva represse e l'energia utilizzata per mantenerle represse. Vi è dunque un doppio risparmio d'energia. Ascoltando la storiella proviamo anche piacere perché possiamo trasferire il senso di colpa dell'aver infranto un tabù su colui che l'ha raccontata. Ecco in breve il meccanismo inconscio che spiega la dinamica dell'umorismo. Il motto di spirito ha dunque la funzione essenziale di permettere l'espressione di una pulsione interdetta (sessuale o aggressiva).