Augusto Fichtner
Besozzo, il suo castello, i suoi sotterranei


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Descrizione del castello

        Questa nuova edizione l’ho potuta scrivere grazie alla cortesia del Sig. Pellegrini attuale proprietario di una parte (la più antica) del castello ex Adamoli, già Besozzi per avermi permesso di visitarlo e di effettuare alcune fotografie.
        Partendo dal presunto accesso alla prima cerchia di mura, (foto 1) oggi una piazzetta, che da sempre si è chiamata “Portaccia” (vecchia porta), inizia una salita (foto 2), in cima alla quale si forma un’ulteriore piazzetta, dove da un lato si ha l’accesso al cosiddetto castello Adamoli, dall’altro l’accesso al castello Cadario; i due fabbricati sono collegati da un’ala, in passato adibita a stalle e ora divisa fra le due proprietà. Quasi alla congiunzione di quest’ala con il palazzo Adamoli, e prima della sua costruzione, vi era l’accesso vero e proprio al nucleo principale del castello, dove una torre, ancora esistente, ne controllava e ne difendeva l’entrata (foto 3). Da qualcuno è ritenuta il campanile della chiesa castellana, (da escludersi) ma ciò mi ha lasciato in un primo tempo perplesso, dato che la sua posizione sembra mostrare, a chi accede al castello, un angolo e non una facciata, per intenderci una specie di cuneo; questa torre non è fatta con il materiale e nello stile degli altri manufatti del castello (foto 4 - foto 5) ma parrebbe sorta in un secondo tempo, forse nella ristrutturazione voluta da Facino Cane.
        Durante la lettura di un testo sulle fortificazioni degli Scaligeri, nella descrizione delle mura di Montagnana, trovo la stessa corredata da foto di una torre delle cinta di mura di questa cittadina, la cui didascalia recita: “in corrispondenza del suo raccordo (la torre) con la cortina, la rotazione degli elementi angolari di fiancheggiamento, costituisce uno dei primi accorgimenti adottati per aumentare l’efficacia difensiva”. E’ esattamente la descrizione della torre di Besozzo, poiché si raccorda esattamente con la cinta di mura alto medievale (foto 6).
        Sempre dalla “Portaccia”, una cerchia delle mura procedono verso ovest, sino al punto ove oggi vi è la chiesa dedicata a Sant’Antonio: qui le mura con una curva volgono verso sud-ovest, e in questo punto si può notare che le mura sono due, e sulle quali nel quattro/cinquecento fu costruito un edificio creando fra le due mura una galleria (foto 7 - foto 7a) che attraversando tutta la costruzione, sbucava in prossimità delle cantine del castello Adamoli (di cui si dirà in seguito). Si può ancora vedere (foto 8 - foto 8a) che la casa bianca sorge su un tratto delle mura, che poggiavano sulla roccia viva, pertanto da questo lato era pressoché impossibile scalare le mura, per quello che se ne può dedurre; inoltre ai piedi vi era un’alta parete di roccia (foto 9) a strapiombo sul sottostante fiume Bardello. Nei secoli furono eretti dei muraglioni in modo da creare delle terrazze da adibire a coltivazioni e giardini.