Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Ma, se questo è esatto, deve esservi possibilità di arbitraggio anche delle merci. Non appena una delle monete di U,I,E muta di valore rispetto alle altre due, i prezzi di una stessa merce nei tre paesi si alterano, ossia uno diventa maggiore - espresso in oro - l'altro minore. E allora, o l'importazione della merce è permessa, e abbiamo un movimento che ristabilisce a un punto stesso l'unità del prezzo della merce nei tre paesi e l'equilibrio del cambi. Oppure l'importazione delle merci non è permessa dal paese U, la cui moneta, poniamo, fa premio, mentre il prezzo interno della merce non si è ancora svalutato in esatta proporzione; e allora l'allineamento si altera di fronte all'equilibrio preesistente, ossia non vi è più allineamento. E, cioè, il cambio di I e di E peggiora rispetto a U, per l'elevamento dalla sua moneta. La ricostituzione dell'equilibrio secondo le regole del gioco aureo non è permessa. Le vie indirette saranno quindi: I ed E comperano meno merci in U, perché esse sono divenute più care in termini di moneta; la discesa dei prezzi in U si fa più rapida, in ragione del doppio movimento - elevamento nel valore della moneta, minori esportazioni - e l'equilibrio si ristabilisce con una uscita di oro da U, la quale per doppia via ricostituisce il rapporto comparato fra 1 tre paesi.
     Ma è chiaro che o il commercio è libero, e allora, in una forma o nell'altra, l'allineamento resiste. Oppure non è libero, o per lo meno, non è libero il movimento dell'oro, e allora i due mercati sono costretti a chiudere le porte, almeno parzialmente, rispetto a U; e l'allineamento svanisce.