Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Dopo nuove discussioni alla Camera e al Senato il Gabinetto di Leone Blum è costretto a rassegnare le dimissioni.
     Secondo l'opposizione dodici mesi del suo governo sono costati alla Francia: 16 miliardi e mezzo di franchi di aumento di spese, 26 miliardi e 400 milioni di franchi di valuta aurea emigrata all'estero, 15 miliardi di disavanzo della bilancia commerciale, 12 miliardi e mezzo di prestiti interni, 4 miliardi e mezzo di prestiti esteri, 10 miliardi nella migliore ipotesi di aumento della circolazione fiduciaria e 5 miliardi di disavanzo supplementare nel bilancio ferroviario, vale a dire, in tutto un passivo di circa 90 miliardi di franchi, cifra formidabile se si pensa che il suo bilancio ordinarlo non arriva ai 50 miliardi.
     Che cosa significa dunque par il paese la caduta di Blum e l'avvento dal Gabinetto Chautemps?
     Significa, risponde Doriot: svalutazione del franco, inflazione, aumento del costo della vita e rinvio alle calende greche delle migliorie sociali cui il bilancio non è più in grado di far fronte.
     Secondo il nuovo ministro delle Finanze Bonnet del Gabinetto Chautemps che sostanzialmente costituisce pure un Governo di Fronte Popolare; il disavanzo della Tesoreria per il 1937 ammonta a 40 miliardi e soltanto la metà è stato coperto con del debiti; il deficit della bilancia commerciale ammonta in media, mensilmente, ad 1,3 miliardi ed i prezzi interni sulla base aurea sono un'altra volta più alti di quelli mondiali. In dodici mesi l'oro della Banca di Francia è diminuito di 1110 tonnellate ed infine il fondo di stabilizzazione dei cambi ha liquidato la sua dotazione di oro che ammontava a dieci miliardi. Il 30 giugno i fondi di Tesoreria erano ridotti a 20 milioni e per far fronte ai bisogni più urgenti, per impedire che lo stato fallisse, furono chiesti in prestito 400 milioni alla Cassa Depositi e Prestiti.